Terremoto FASI: la lettera dei consiglieri dimissionari - Up-Climbing

Terremoto FASI: la lettera dei consiglieri dimissionari

Riportiamo in integrale il comunicato che spiega le motivazioni che hanno portato all’attuale situazione “drammatica” per la federazione.

 

Sappiamo tutti cosa è successo nel consiglio direttivo FASI mentre ciò che non sappiamo è cosa succederà ora. Il consiglio federale ed il presidente Ariano Amici sono caduti, dopo le dimissioni irrevocabili di 6 consiglieri, con tutte le conseguenze che questo fatto può avere e di cui abbiamo già parlato negli scorsi giorni.

Roberto Capucciati ha intervistato ai microfoni di Climbing Radio il presidente IFSC Marco Scolaris, che ovviamente è preoccupato per una situazione che definisce “drammatica” per quanto non così inaspettata. Infatti, che l’attuale presidente e la linea che ha percorso in questi anni fosse indigesta per molti è evidente da molto, troppo, tempo. Tale malcontento era culminato nelle elezioni dello scorso anno, con la cordata in primis simbolica che Andrea Gennari Daneri aveva proposto come nuova alternativa per una gestione valutata da molti come palesemente inadeguata per il bene dell’arrampicata sportiva italiana e la sfida delle Olimpiadi.

Il consiglio che si era formato, ancora sotto la guida del comunque rieletto Amici, vedeva un numero rilevante di consiglieri ben motivati a sbloccare la situazione per il bene comune.

Evidentemente però, gli ostacoli sono stati insormontabili…

Ora tutto è in mano al CONI e non si può sapere né cosa deciderà in relazione ad un eventuale commissariamento (che sarebbe il secondo nella storia della FASI…) né come tutto ciò si ripercuoterà sulla preparazione alle Olimpiadi per i nostri atleti.

Infatti, è forte la preoccupazione legata dell’impellente necessità di predisporre e pianificare tutto al meglio in vista di Tokyo 2020, anche perché atleti come Stefano Ghisolfi attualmente potrebbero aspirare anche a una medaglia oltre che una qualificazione…

Come Scolaris infatti afferma, ora come ora l’impegno di tutti deve essere quello di mettere gli atleti in condizione di affrontare al meglio la preparazione per guadagnarsi l’accesso alle prime Olimpiadi nella storia dell’arrampicata.

Alla luce di tutto questo, è chiaro che la scelta di rassegnare le dimissioni da parte di persone sicuramente preparate e molto motivate deve essere stata molto difficile e non poteva che avvenire accompagnata da una lettera che spiega nel dettaglio le motivazioni di tale sofferta decisione.

Riportiamo quindi qui di seguito e in forma integrale il comunicato che i consiglieri dimissionari hanno rilasciato, per spiegare all’intera comunita dell’arrampicata italiana cosa li ha portati alla loro scelta drammatica.

 

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                                                                                                                                                            31 luglio 2018

Carissimi Tesserati,

Spett.li Società FASI

 

con la presente intendiamo informarvi ufficialmente sulle motivazioni che hanno portato nel corso dell’ultimo Consiglio Federale del 28 luglio 2018 alla presentazione delle nostre dimissioni con conseguente decadenza del Consiglio Federale stesso, una scelta non facile e che ci è costata molto, ma che però abbiamo ritenuto necessaria.

Occorre però prima fare un passo indietro di circa un anno e mezzo e tornare con la memoria al 22 gennaio 2017 quando siamo stati eletti, ognuno nei propri ambiti, nel corso dell’Assemblea Elettiva Ordinaria  svoltasi a Bologna il 22 gennaio 2017; non vi era sicuramente nessun tipo di accordo politico-programmatico pre-elettorale, tutti ci siamo candidati con il chiaro obiettivo di attuare una profonda riorganizzazione della Federazione al fine di migliorarne l’efficienza, la trasparenza delle decisioni e dare un nuovo slancio alle attività sportive dell’arrampicata.

Da subito ci si è resi conto che il lavoro sarebbe stato faticoso, complesso e lungo ma il nostro impegno è sempre stato massimo e mirato al raggiungimento degli obiettivi comuni che come gruppo abbiamo sempre condiviso e cercato di portare avanti con il massimo impegno.

Al fine di poter dare dei segnali tangibili in tempi ragionevoli, ci siamo “incontrati” anche in teleconferenza per tutto questo anno e mezzo con cadenza quasi settimanale e abbiamo programmato e realizzato anche delle “riunioni di lavoro” perché operativamente intorno ad un tavolo le cose vengono spesso meglio e ci si confronta a 360 gradi.

Gli argomenti e le tematiche trattate sono state molteplici; alcune problematiche sono state risolte, altre sono/potrebbero essere in via di definizione mentre altre, constatato che non erano mai state affrontate in modo strutturale, sono in fase di studio/ipotesi di lavoro.

Senza voler fare un lungo elenco che Vi annoierebbe, riteniamo comunque opportuno riportare nel seguito le principali tematiche, alcune delle quali sono ricondotte anche ad aspetti legali/istituzionali, sulle quali si è lavorato, cercando sempre di intraprendere tutte le dovute azioni nel bene comune ed a tutela della Federazione e di tutti i suoi tesserati:

  • Abbassamento dell’età agonistica agli 8 anni – Riconoscimento da parte del Ministero della Salute (problematica in essere dal 2012 e che finalmente ha trovato soluzione garantendo una maggiore tutela sanitaria ai nostri piccoli atleti).
  • Segreteria – da marzo di quest’anno è operativa una segreteria a servizio delle nazionali e delle società.
  • Comunicazione – netto miglioramento della comunicazione soprattutto sui social media.
  • Sponsor delle Nazionali – per la fornitura dell’abbigliamento delle Nazionali è stato firmato il precontratto ed entro l’anno è prevista la fornitura, una prima parte forse per i mondiali di Innsbruck.
  • Revisione sistema di tesseramento – Analisi, proposte e definizione del nuovo sistema con costo dei tesseramenti differenziato mirato ad incrementare il numero dei tesserati Amatori/praticanti (connesso anche con eventuale revisione premi assicurativi e/o tesseramento e copertura assicurativa giornaliera);
  • Sicurezza dei tracciatori in rapporto alle normative di sicurezza sul lavoro. Analisi, prospettive e soluzioni per adeguarsi gli aspetti che riguardano la sicurezza sui posti di lavoro;
  • Omologazione degli impianti di arrampicata sportiva. Incontri e contatti per predisposizione del regolamento previsto dalla normativa da presentare al CONI;
  • Revisione circuiti gare agonistiche – Analisi e proposta per dare maggiore impulso e vitalità alle gare regionali che di fatto qualificherebbero gli atleti (con le dovute eccezioni) ai circuiti nazionali (progetto congiunto anche con la realizzazione di un circuito di gare/manifestazioni per tesserati Amatori);

Naturalmente oltre a tutti questi aspetti, in questo anno e mezzo la maggior parte delle risorse economiche e delle attività federali si sono concentrate su quello che è il Progetto Olimpico, mirato alla partecipazione e all’ottenimento di importanti risultati alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020.

Ma se allora qualcosa si è fatto, qualcos’altro si è impegnati a fare e la maggior parte delle risorse sono concentrate sule Olimpiadi e quindi sugli atleti che sono il cuore pulsante delle Olimpiadi, allora perché dimettersi dopo un anno e mezzo di mandato ???

Le cause sono molteplici e le problematiche riscontrate sono state più volte evidenziate nel tempo al Presidente sia in sede di Consiglio Federale che tramite mail ma si è avuta la sensazione che le stesse non siano mai state prese in seria considerazione. In via molto sintetica le principali motivazioni che in questo momento riteniamo prioritarie dare a chi ci chiede o si interroga sul perché sono le seguenti:

  • Inadeguatezza della struttura Federale che non è sicuramente all’altezza di affrontare le importanti  sfide attuali; occorreva a nostro avviso, come più volte prospettato, procedere ad una riorganizzazione dell’intera struttura che fosse appunto in grado di supportare il lavoro del Presidente e dei Consiglieri, con almeno una Sede, una Segreteria efficiente ed un ufficio contabile o Tesoriere in grado di gestire ed organizzare la parte contabile delle Federazione sia per evitare problematiche dovute ai lunghi tempi dei rimborsi, sia, maggiormente, per tenere in modo puntuale e tracciabile la contabilità delle Federazione in modo da poter esercitare quella attività di verifica, controllo e eventualmente applicazione di azioni correttive che la funzione di Consigliere Federale impone.
  • Non corretta gestione delle Nazionali e del Progetto Olimpico che è la maggior sfida alla quale sia mai stata chiamata la Federazione; al fine di poter veramente ambire alla partecipazione ed anche all’ottenimento di una eventuale medaglia, circostanza che i risultati internazionali di alcuni atleti rendono possibile, occorre sicuramente una guida chiara, sicura ed una coerente gestione e organizzazione degli atleti delle nazionali. A nostro parere il progetto attuato nel 2018 non risponde sicuramente a queste necessità e peraltro non è allineato con quanto richiesto dal CONI. Ulteriore aggravante è che vi è stata una errata valutazione dei contributi assegnati dal Coni per il 2018 per la Preparazione Olimpica non comprendendo che l’importo aggiuntivo di 100.000 € concesso in seconda istanza per la P.O. nel 2017 era da considerare quale incentivo solo per il primo anno delle attività di P.O. Questa circostanza ha prodotto una rimodulazione del bilancio 2018 (da noi approvato nel corso dell’ultimo CF per avere comunque un quadro economico che permettesse di avere i conti in regola e con previsioni realistiche per poter concludere la stagione agonistica) in perdita di circa 75.000 € (recuperati dagli avanzi positivi del bilancio 2017)
  • Mancanza da parte del Presidente di progettualità, obiettivi strategici e leadership mirate al raggiungimento, o quanto meno ad intraprendere tutte le azioni formali e istituzionali, di importanti obiettivi a medio lungo termine che sono poi quelli che potrebbero permettere di fare un importante passo in avanti in termini economici e di numero di tesserati e di possibilità operative. Più volte sono state poste all’attenzione tematiche come l’eventuale passaggio a Federazione, il rapporto con gli Enti di Promozione Sportiva, l’eventuale accordo tra FASI/Guide Alpine/CAI per il riconoscimento delle competenze della FASI in ambiente outdoor prettamente sportivo, ecc… ma non è mai emersa la volontà di affrontare queste tematiche in modo concreto e strutturato e quando sono state date delle informazioni (perché richieste), le stesse sono state generiche e intempestive. I punti sopra riportati sono emblematici dello stato della Federazione e delle difficoltà (malgrado il nostro massimo impegno) che rendono di fatto impossibile portare avanti in tempi ragionevoli il progetto di riorganizzazione e sviluppo della Federazione secondo i nostri intenti e sulla base degli obiettivi per i quali ci siamo candidati e siamo stati votati.

L’arrampicata Sportiva è uno sport in forte crescita e la Federazione deve essere al passo con i tempi: l’adeguamento della struttura non può essere rimandato ed occorre una diversa tipologia di approccio alle varie tematiche ed una differente e moderna gestione di tipo manageriale che permetta di raccogliere appieno le importanti sfide che attendono il mondo dell’arrampicata sportiva.

Infatti solo nuovi approcci e una diversa e decisa gestione al passo coi tempi, che a nostro avviso passa inevitabilmente da un nuovo Presidente che sia convinto della necessità di una riorganizzazione, che si approccia in modo deciso e costruttivo con il CONI e che coinvolga in modo attivo tutti i rappresentanti del Consiglio Federale e del territorio, può rilanciare la Federazione, dando risposte concrete alle importanti tematiche da affrontare per permettere uno sviluppo congruo con le esigenze future della Federazione.

Come Consiglieri, ben consapevoli che l’atto delle formali dimissioni è di per se, a prescindere dalle motivazioni, un gesto forte e grave  per una Federazione, si è prima nel corso del tempo cercato di far ben comprendere al Presidente la nostra concreta volontà di cambiamento e poi, constatata la sua reale non volontà ad un differente approccio organizzativo/gestionale, si è tentato di pervenire ad una soluzione più mediata e meno traumatica chiedendo un passo indietro allo stesso Presidente con una gestione congiunta del passaggio, cosa che ha rifiutato:  l’unica soluzione rimasta è stata quindi quella di rassegnare le nostre dimissioni.

 

Scarperi Ernesto

Battistella Davide

Bruni Roberto

Erspamer Marco

Iacono Marco

Manzoni Davide

 

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