
13 Gen L’ECCEZIONALE 2022 DI WILL BOSI
Un bottino impressionante di first ascent: dal 9a+ in falesia all’8C+ nel boulder
La Gran Bretagna ha sempre giocato un ruolo di primo piano nel mondo verticale. Fin dagli albori dell’alpinismo gli inglesi sono stati precursori nell’aprire orizzonti sempre nuovi, mentre nell’ambito dell’arrampicata sono diverse le personalità che hanno contribuito a scrivere pagine di storia. Nomi come quelli di Row Fawcett, Pete Livesey, Jerry Moffatt, Ben Moon, Paul Pritchard, Johnny Dawes, Malcolm Smith… solo alcuni tra i più celebri.

Will Bosi in azione sui boulder di Ondra e Stranik. Foto di BandOfBirds.
Tuttavia, la scena verticale britannica non è stata caratterizzata solo da eccezionali exploits sportivi, ma anche da una visione e da un approccio “punk” che ha saputo mantenere quel lato selvaggio, artistico e anticonformista anche in tempi più recenti, resistendo meglio che altrove alla“massificazione” dell’arrampicata. Per i giovani britannici non è quindi facile confrontarsi con una tradizione di questo tipo, sia nei risultati ma anche appunto nel carattere e nella personalità. Tuttavia, ci sono giovani che non si sono fatti intimorire e che stanno dimostrando di essere all’altezza della tradizioni a loro precedente, contribuendo ad aprire capitoli nuovi dell’arrampicata in UK. Due in particolare sono i nomi che da qualche tempo riecheggiano con costanza, quelli di Aidan Roberts e di Will Bosi. “Mutanti” di tenenza, Aidan sui blocchi mentre Will anche in falesia, sono gli artefici dei boulder attualmente più duri in UK, avendo entrambi liberato linee da 8C+ ad aggiungersi a diversi altri 8C, in un paese dove i climber sono sempre stati ben avari nelle loro gradazioni. In aggiunta a ciò, entrambi possono vantare la salita di un 9A boulder, avendo ripetuto Alphane a Chironico nel mese di ottobre.
Sia l’uno che l’altro meriterebbero un articolo di approfondimento, e per questa edizione dell’Annuario abbiamo avuto l’occasione di fare qualche domanda a Will, per conoscere meglio uno degli attori del presente e del futuro dell’arrampicata mondiale. (…)

Will Bosi su Free At Last. Foto di BandOfBirds.
Di seguito, ecco quindi alcune domande generali che ci permettono di conoscerlo meglio, al di là di questi risultati già ben noti a tutti.
Will, le tue salite sia che falesia che nel bouldering ti hanno reso famoso in tutto il mondo. Ci racconteresti però come si è sviluppata la tua passione per l’arrampicata dai primi passi a oggi?
La mia prima esperienza di arrampicata è stata quando sono stato portato su una parete locale da mio padre e sono stato subito catturato. Da allora, sono entrato rapidamente nelle squadre agonistiche locali e nazionali, che alla fine mi hanno portato a gareggiare nel circuito delle competizioni internazionali Junior e Senior. Quest’anno ho scelto di allontanarmi dalle competizioni e di concentrarmi maggiormente sull’arrampicata e sull’esplorazione di linee outdoor che mi ispiranodavvero.
Tra le tue tante salite di rilevanza mondiale, a quale attribuisci il maggior significato a livello personale? Cosa ha rappresentato per te?
Free at Last (9a+ First Ascent, giugno 2022) è stata davvero una linea speciale per me. Dumbarton era lamia falesia locale in cui sono cresciuto e prendevo il treno andata/ritorno in un giorno. Mi ha aiutato a plasmarmi come scalatore nei miei primi anni. Poter aggiungere una prima salita a una falesia così importante e storica dal punto di vista personale è stato fantastico. In un certo senso,Free at Last porta il mio viaggio arrampicatorio al punto di partenza, quando ho iniziato ad arrampicare su roccia a Dumbarton; poi sono andato via per competere a livello internazionale e ora tornare e aggiungere una prima salita alla falesia è stato davvero speciale.
Oltre a una possibilità per esplorare i limiti e alzare sempre di più l’asticella, che cosa rappresenta ingenerale l’arrampicata per te e quale evoluzione personale intravedi per il tuo futuro di climber?
L’arrampicata mi ha portato in tutto il mondo in luoghi che non avrei mai considerato di visitare e mi ha aiutato a creare amicizie durature con il nostro comune amore per questo sport. Al momento, mi sto semplicemente divertendo ad arrampicare ed esplorare ciò che è al limite delle mie capacità. In passato, mi sono concentrato sulla ripetizione di linee dure per emulare i miei eroi, mentre ora ho anche la capacità e, spero, la visione per continuare a dare la caccia e salire nuove linee chele generazioni future saranno entusiaste di provare. (…)
La versione integrale dell’articolo a cura di Alberto Milani è contenuta nell’Annuario 2022 di Up Climbing, di cui potete sfogliare un’anteprima a questo link.
In copertina: Will Bosi su Ghost Rider, 8C, nel Moravian Karst. Foto di BandOfBirds.