
05 Lug Anna Stöhr, la regina del boulder
La fortissima austriaca ci parla dei suoi progetti e analizza come è cambiato e cambierà il mondo dell’arrampicata
Con grande piacere abbiamo avuto la possibilità di scambiare qualche idea con la campionessa austriaca Anna Stöhr, ospitata nell’ambito dell’Adventure Outdoor Fest appena tenutosi a San Candido.
Ricordiamo che Anna è una delle più forti boulderiste nella storia dell’arrampicata femminile, con innumerevoli successi sia nelle competizioni che su roccia. Vincitrice di due Campionati del Mondo nel 2007 e nel 2011, di due Campionati Europei nel 2010 e 2013 e di ben quattro Coppe del Mondo nel 2008 e dal 2011 al 2013, è anche una delle poche donne ad aver raggiunto l’8B+ boulder, con New Base Line a Magic Wood e Penrose Step a Leavenworth.
Possiamo considerarla quindi la regina del bouldering femminile!
Nella seguente intervista le abbiamo chiesto un parere sul boom che l’arrampicata ha avuto negli ultimi anni e cosa possiamo aspettarci per il futuro, oltre che di parlarci dei progetti che ha in mente.
****
1) L’arrampicata è stata ammessa alle Olimpiadi di Tokyo 2020 – questo conferma la crescita e la diffusione di questo sport. Vedi dei cambiamenti, rispetto al periodo in cui hai iniziato a scalare? Di che tipo?
Sì, l’arrampicata è cambiata davvero tanto, da quando ho iniziato. Anzitutto è diventata uno sport mainstream. Sono state aperte un sacco di palestre in tutto il mondo, e questo l’ha resa molto più accessibile. Si tratta indubbiamente di un’evoluzione positiva, perché praticare sport fa bene alla salute. D’altra parte, falesie, palestre e pareti sono sempre più affollate, e si dovrebbero educare i principianti a un buon comportamento, quando si è all’aperto. Per quanto riguarda le competizioni, il fatto che sia diventata sport olimpico potrebbe essere un vantaggio: spero che molte federazioni ricevano più fondi, e siano in grado di inviare i loro atleti alle gare internazionali. La federazione austriaca è forte e presente, ormai da molti anni, e sono fortunata di farne parte. Ma ricordo che altri atleti in gara con me dovevano pagare di tasca loro le spese di viaggio e i biglietti aerei, senza ricevere aiuti da parte delle federazioni. Spero che questa situazione migliori.
2) L’arrampicata ha un forte legame con la roccia, l’ambiente e la natura. Pensi che questo rapporto continuerà a essere fondato sul rispetto e sulla salvaguardia, o soffrirà le conseguenze, che non sono sempre positive, del numero sempre crescente di praticanti?
Penso che abbiamo una grossa responsabilità, quella di proteggere la natura. È importante educare i principianti per essere sicuri che l’arrampicata sia sostenibile da un punto di vista ambientale, insegnando a non abbandonare rifiuti, segnare la roccia, ridurre il rumore in falesia… si tratta sicuramente di una grossa sfida, visto che così tante persone si stanno accostando a questo sport.
3) Hai partecipato a molte gare, vincendo anche la Coppa del Mondo. Negli ultimi tempi preferisci scalare in ambiente. Che differenza c’è tra una vittoria in Coppa del Mondo e completare un progetto su roccia, per esempio un tiro di 8c o un boulder molto duro?
Ho sempre cercato di mantenere un equilibrio tra l’arrampicata in ambiente e le gare, perché le amo entrambe. Anche durante i miei momenti di maggior successo agonistico ho sempre scalato sia in palestra che fuori. Scalare in ambiente aumenta la mia motivazione, perché adoro essere a contatto con la natura. Non dev’essere per forza un boulder duro o una via difficile, mi diverto anche quando scalo cose più facili. Una cosa che adoro davvero è viaggiare alla scoperta di nuove aree, per esplorarne il potenziale. Le gare sono avvincenti ed emozionanti. Ti devi concentrare al 100% e cercare di dare tutto. E inoltre hai l’occasione di conoscere tanti altri climber da tutto il mondo che condividono questo approccio, ed è una cosa fantastica.
4) Parliamo di gradi. Barbara Zangerl ha appena fatto una cosa pazzesca a Voralpsee. Che ne pensi? Ti vedremo scalare qualcosa di simile in futuro?
Babsi è una climber molto forte e versatile, e quindi per me è fonte di ispirazione. Per ora sto riprendendomi da un infortunio, ma chi sa cosa ci riserva il futuro?
5) Sei appena tornata dalla Repubblica Ceca. Hai scalato cose dure? Sei riuscita a portare a termine i tuoi progetti?
Il mio obiettivo, per questo viaggio, era riprendere confidenza con la roccia. Alla fine di febbraio mi sono infortunata alla spalla, e non ho potuto arrampicare per un mese. Questo viaggio in Repubblica Ceca mi ha fatto provare di nuovo la gioia che sento di solito quando scalo. Quindi sì: è stato un successo!
6) Quest’anno, nella cornice dell’Adventure Outdoor Fest a San Candido, organizzeremo la seconda edizione del 3 Cime Street Boulder. Ti vedremo in azione sugli edifici di San Candido?
Per via dell’infortunio non posso molto fare boulder, e saltare a terra è molto stressante, per i dischi vertebrali. Per cui purtroppo non parteciperò! Forse la prossima volta.
Intervista di Matteo Maraone