Ardito e Pierluigi Bini - Up-Climbing

Ardito e Pierluigi Bini

21 settembre – 30 novembre 2010
Ottava edizione di "Milanomontagnalibri", rassegna di incontri letterari a base di testi di montagna. Organizza il Club Alpino Italiano Cai, sezione di Milano. Incontri a ingresso libero presso la sede centrale di via Silvio Pellico, tutti i martedì alle 18.30.
Martedì, 19 ottobre 2010
Incontro con Stefano Ardito
e presentazione del libro „Giorni della Grande Pietra“
 Edito da Versante Sud
presente anche il protagonista di alcuni racconti: l’alpinista romano Pierluigi BIni:
Pierluigi Bini è uno dei personaggi più sorprendenti dell’alpinismo italiano moderno. Nato a Roma nel 1959, ha iniziato ad arrampicare a quindici anni, e alla fine degli anni Settanta ha rivoluzionato l’alpinismo sul Gran Sasso, tracciando una dozzina di vie (tra queste la Via del Vecchiaccio, le Placche di Manitù e il Diedro di Mefisto) ben oltre il sesto grado classico. Negli stessi anni, Pierluigi ha percorso decine di vie di alta difficoltà sulle Dolomiti, compiendo tra l’altro le prime solitarie della Via dei Fachiri alla Cima Scotoni, della Detassis al Croz dell’Altissimo e della Gogna alla parete Sud della Marmolada.
Oltre alle difficoltà superate, caratterizzavano l’alpinismo di Bini la velocità, la leggerezza, l’uso di un numero estremamente limitato di protezioni. Ai piedi, in molte delle sue salite più importanti, erano un paio di vecchie scarpe Superga, spesso sdrucite dall’uso. Tipico dello “stile Bini” era anche il concatenare molte solitarie in una giornata, alternando salite e discese, sul Morra (la tradizionale falesia di Roma), sulle Spalle del Corno Piccolo e sul Piz Ciavàzes.
Tra i compagni di cordata di Pierluigi Bini meritano una citazione Giampaolo Picone, Massimo Marcheggiani, Angelo Monti e Vito Plumari detto “il Vecchiaccio”, l’ex-bidello di oltre quarant’anni più anziano che ha seguito Pierluigi in parete. Si sono formati sull’esempio di Bini altri personaggi importanti dell’alpinismo come Luca Grazzini, Andrea Di Bari e Roberto Iannilli.
Nei suoi “anni d’oro”, tra il 1975 e il 1980, Bini ha avuto un ruolo nello sviluppo dell’alpinismo dolomitico non diverso da quello di personaggi ben più noti come Heinz Mariacher e Manolo. Nei decenni successivi, dopo essersi ufficialmente “ritirato” dall’alpinismo di punta, Pierluigi ha continuato a ripetere molti grandi itinerari delle Dolomiti e del Gran Sasso, e a tracciare itinerari di alta difficoltà su pareti sconosciute dell’Appennino ma anche sulle Tre Cime di Lavaredo.
Taciturno e modesto, sempre disponibile con chi lo incontra sui sentieri, nei rifugi o in parete, Pierluigi Bini non ha mai raccontato il suo alpinismo. La presentazione dei Giorni della grande pietra, il libro di Stefano Ardito dedicato all’alpinismo sul Gran Sasso, è una dele prime occasioni per ascoltarlo mentre racconta in pubblico la sua arrampicata e la sua montagna di casa.
 


Info e programma al sito CaiMilano.

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