30 Giu Jim Bridwell
proiezione di
The Yosemite living legend
un film di Michele Radici
Ollomont (Aosta)
Maison Grimpe ore 21.30
Jim Bridwell, ospite della serata, incontrerà il pubblico dopo la proiezione.
Poche volte come in Yosemite la storia di un luogo coincide con la storia di un uomo, di quello che l’ha vissuto nel modo più intenso, sincero e avventuroso.
Dalle immagini proiettate, e dall’impegno profuso per salire alcune vie di Bridwell da parte di alcuni dei più noti esponenti dell’arrampicata contemporanea, si comprende come le sue grandi e talvolta visionarie realizzazioni conservano ancora intatto il loro fascino.
Nel libro biografico Jim Bridwell – The Bird (ed. Versante Sud), Giovanni Groaz, amico e compagno di cordata, dice di lui:
“Sembra che l’aria e il sole della California, l’oceano e i deserti, le foreste di sequoie, gli appicchi granitici, le tonanti cascate e qualche scintillante nevaio che occhieggia lontano lassù, si siano fusi assieme per generare una creatura che in qualche modo li rappresenti e li esalti”.
Jim Bridwell, è una vera leggenda vivente non solo per le sue realizzazioni sul Capitan e sulle altre numerose pareti della valle, ma più in generale per l’alpinismo americano e internazionale.
Tra coloro che hanno contribuito a costruire la storia in verticale di Yosemite, è colui che maggiornente ha saputo raccogliere, oltre ad una notorietà non ricercata né ostentata, sentimenti di simpatia e ammirazione da parte di generazioni diverse.
Il suo curriculum è impressionante, ed è interessante scorrerlo anche solo in modo sommario per scoprire come la sua attività si sia svolta anche lontano dall’amata valle californiana, nella quale ha realizzato, a partire dal 1962 e fino alle vie aperte nei primi anni del nuovo millennio, oltre cento prime ascensioni.
Tra queste, per citare solo quelle su El Capitan, Aquarian Wall nel 1971, Pacific Ocean Wall e il Nose in giornata con Westbay e Long nel 1975, Mirage nel 1976, Sea of Dreams nel 1978, Zenyatta Mondatta nel 1981 e Welcome in Afghanistan nel 2001, molte della quali rappresentano ancora oggi, per l’impegno richiesto sia in arrampicata libera sia in artificiale, duri banchi di prova.
Ha realizzato salite anche in Patagonia (Via del compressore sul Cerro Torre in stile alpino, nuove vie sul Cerro Stanhardt e Aguja Desmochada), in Himalaya (via nuova sul Pumori in inverno) e in Alaska, e ha speso le energie derivanti dal suo spirito vagabondo in spedizioni esplorative all’interno di diverse aree remote del mondo.
E’ significativo concludere la sua presentazione con una frase pronunciata di Reinhold Messner riportata sulla sua biografia:
“Jim Bridwell è più che un climber estremo. E’ un personaggio. Un uomo indomito che finalmente ci racconta della sua indomita vita”. Sembra quasi scritta per la grande serata del 30 giugno.