
10 Feb JAMES PEARSON SALE BON VOYAGE
UNA DELLE VIE TRAD PIÙ DURE AL MONDO
James Pearson ha liberato Bon Voyage ad Annot.
Per tutti quelli che ci sono stati, Annot è un vero e proprio paradiso verticale. La foresta francese è popolata di enormi monoliti di arenaria, tanto bellina vedere quanto difficili da scalare. Le forme, accattivanti e armoniose, nascondono a volte delle buone prese ed a volte dei bruttissimi piatti davvero difficili da tenere. James Pearson, sebbene non sia francese, è un local del luogo e ha portato il bosco su di un altro livello ancora una volta.
Dopo aver liberato Le Voyage (E10) nel 2017, James ha messo la ciliegina sulla torta alle sue gesta francesi. Proprio vicino alla sua creazione, ha liberato una delle vie trad più dure del mondo, considerata il suo “long standing trad project“. Stiamo ovviamente parlando di Bon Voyage, un tiro che ancora non ha un grado ma si colloca insieme a Tribe al top della difficoltà mondiale su questa disciplina.

James Pearson, Bon Voyage FA, Annot – Ph Raphaël Fourau
Riguardo alla sua salita, James racconta: “Ho visto la linea nel 2021 e da allora mi sono allenato con questo chiodo fisso. Mi è sembrata uno step oltre rispetto ad altre difficili vie trad che ho provato nel corso degli anni. Mi è piaciuto molto sviluppare nuove capacità e punti di forza per poter avere una possibilità di riuscita. Dalla partenza di Le Voyage, un primo boulder porta a un paio di buchi buoni (l’ultima protezione della via) e a un riposo marginale. Da qui ci sono 20 movimenti difficili fino alla cengia finale, quasi esclusivamente su buchi poco profondi e piccolissime tacche. La via è praticamente un unico runout, ma se le protezioni sono ben posizionate non dovresti farti male. Annot ha alcune delle rocce più lisce che abbia mai visto e pareti che possono essere spesso sabbiose e friabili, il che significa che la maggior parte delle vie seguono fessure. Bon Voyage invece segue uno strato diagonale di arenaria dura come l’acciaio, punteggiata da minuscoli buchi… Un vero miracolo di Madre Natura e un segno che spiega come tutti gli anni di ricerca ne sono valsi la pena.“

James Pearson, Bon Voyage FA, Annot – Ph Raphaël Fourau
James ha anche raccontato di come nessun altra via gli abbia richiesto così tanto, sottolineando il fatto che questa FA giunge in un periodo dove le sue capacità e la sua esperienza sono al massimo. Si è detto anche consapevole che le first ascent sono sempre difficili da gradare, ma ha aggiunto: “Le prese sono così piccole e brutte che all’inizio i movimenti sembrano difficili, ma possono rapidamente sembrare molto più facili man mano che impari le sottigliezze di ogni posizione. La via è su buchi, che credo siano uno dei miei punti deboli. Tuttavia, i buchi sono così poco profondi (meno della metà della prima falange) che sono più simili a tacche (il mio punto forte) e, a causa dei bordi, non puoi usare il pollice, quindi sei costretto a usare la presa semiarcuata (la mia specialità). Il che pone la domanda: avevo bisogno di allenarmi in modo specifico solo per raggiungere un livello medio, o mi sono allenato per rendere ancora migliori i miei punti di forza? La risposta a questa domanda cambia ovviamente tutto. Il movimento chiave ha una percentuale molto bassa di riuscita. Sono caduto molte volte su questo movimento prima di passare, il che ha alzato in modo significativo il numero di tentativi, ma con un po’ di fortuna in più avrei potuto superarlo prima. Eppure, anche dopo averlo superato, sono caduto ancora 3 volte nell’ultimo boulder… E sono quasi caduto sullo spigolo tecnico alla fine! Non è sicuramente una via con un passo chiave secco e niente altro!“

James Pearson, Bon Voyage FA, Annot – Ph Raphaël Fourau
Riguardano al grado, come detto poc’anzi, non si scompone: “Al momento non mi sento in grado di dare a questa via un grado definito, il che mi sembra sempre strano perché una proposta di un grado dovrebbe essere proprio questo, una proposta. In teoria dovrei semplicemente dire quello che penso, lasciando che i futuri ripetitori diano la loro opinione, e alla fine ci accordiamo. Forse sul discorso gradi sono più sensibile di altri, ma in pratica ho visto e sentito che non funziona proprio così. Potrei seguire il mio istinto e ricordare a me stesso che a 37 anni sono davvero troppo vecchio per preoccuparmi di cose come questa. Potrei anche dare un grado più stretto, di fatto sgradandolo prima che qualcun altro ne abbia la possibilità, ma questo tende a portare a una stagnazione del grado, come abbiamo con le vie trad nel Regno Unito, senza fare alcun favore a nessuno. Tuttavia, entrambe queste opzioni si baserebbero sul fatto che io abbia un grado fisso nella mia testa, ma per tutti i motivi di cui sopra non ce l’ho ancora. Prima di suggerire un grado mi piacerebbe provare qualche via sportiva più difficile per misurare meglio il mio livello, e anche arrampicare ad Annot con altri climber di alto livello. Spero che questo mi consenta di avere un’idea migliore“.

James Pearson, Bon Voyage FA, Annot – Ph Raphaël Fourau
Quella di James, indipendentemente dal grado che gli attribuirà, rimane una delle salite da ricordare nella storia dell’arrampicata. Per anni ha coltivato il suo progetto e il bosco di Annot ha finalmente consegnato a Pearson lo scettro del re, premiando le fatiche con un assoluto capolavoro.
Disponibile al link l’esclusiva intervista ad opera di Marco Padocchi per Climbing Radio.
Fonte James Pearson
Cortesia foto Raphaël Fourau
Alessandro Palma