Concorso di chiodatura in Valle d’Aosta - Up-Climbing

Concorso di chiodatura in Valle d’Aosta

Quattro chiacchiere con Andrea Plat, che organizza il Concorso di chiodatura in Valle d’Aosta.

Come da tradizione, anche il 2021 avrà il suo Concorso di chiodatura. Si tratta di una manifestazione che ha lo scopo di valorizzare il movimento della scalata nella magnifica cornice della Valle d’Aosta. La durata della manifestazione è molto lunga, con un periodo valido per candidarsi che va dal primo febbraio all’otto ottobre. Per dare continuità agli eventi nel tempo, la festa di premiazione si terrà proprio nella palestra vincitrice della passata edizione, a Saint Marcel

In cosa consiste la “gara” e qual è l’obiettivo?

E’ una manifestazione sponsorizzata dal sito www.arrampicatainvalledaosta.it  Questo concorso non è una gara, è un premio, un riconoscimento sociale del mondo dell’arrampicata nei confronti di chi crea o fa qualcosa di significativo durante l’anno nei confronti di questo ambiente sportivo. Non solo attrezzando degli itinerari con chiodi, ma anche pulendo sentieri, pulendo basi di pareti d’arrampicata, attrezzando aree boulder  e qualunque altra attività che riguarda il settore.

Come verranno valutati gli itinerari in concorso?

Gli itinerari vengono valutati da un gruppo di scalatori, una commissione che il giorno prima della premiazione si riunisce e valuta i lavori presentati e mediante votazione decide a chi dare il premio di vincitore. Comunque non si tratta di un concorso che vuole  stabilire una classifica, non è fatto per decidere chi è più bravo degli altri , ma semplicemente per porre attenzione a questo ambiente sportivo, in particolare da parte delle amministrazioni comunali e del pubblico, dando valore e attenzione nei confronti del lavoro di volontariato che c’è dietro ogni scalata. L’idea nasce circa 10 anni fa, avevo trovato una parete molto interessante con un bel prato sotto, nel comune di Challand in Valle d’Aosta, adatta per degli itinerari facili, ho contattato il sindaco del Comune, ma per dei dubbi sulla responsabilità sul lavoro e sulla pratica sportiva non si riuscì a concretizzare niente.  Mi resi conto che l’arrampicata per le amministrazioni locali risulta essere un problema, anche sé ai giorni d’oggi, con l’attrezzatura attuale, risulta essere semplicemente un’attività outdoor, attività all’aperto, paragonabile al passeggiare sui sentieri o tracciati. Il concorso di chiodatura vuole rendere evidente a tutti che l’arrampicata è un’attività come tante altre praticabili all’aria aperta con livello di pericolosità come una passeggiata su un sentiero o un tracciato di biciclette.

Pensi che chiunque possa chiodare una via sicura o ci vada un professionista del settore?

Penso che l’arrampicata è uno sport molto giovane e che la figura del chiodatore  di itinerari sia una figura centrale, chi  attrezza gli itinerari e mette a disposizione il proprio tempo per creare qualche cosa per gli altri sia molto importante . Sono convinto che in questa attività vale il principio del buon padre di famiglia, dove se si crea qualcosa per se stessi, si cercherà di farlo con l’attrezzatura migliore a propria disposizione e di sicuro non per mettersi in pericolo. Di conseguenza i fruitori successivi dell’itinerario avranno la certezza dell’affidabilità del percorso. Gli itinerari di arrampicata sono parificati a dei percorsi alpinistici quindi vuol dire che chi si avvicina ad arrampicare sulle pareti naturali deve avere una cultura e una formazione adatta a capire e a valutare se il percorso è allineato al suo livello, se il materiale infisso sarà adatto a trattenere cadute. Vorrei parlare di cultura degli arrampicatori e cultura delle protezioni infisse, cultura della sicurezza per tutti gli scalatori . Capita spesso che nell’eventualità di una caduta durante un moschettonaggio tra il primo, secondo o terzo chiodo, si rischia di avere un impatto con i piedi al suolo. In questi casi la valutazione del pericolo del moschettonaggio è intrinseco alla sensibilità soggettiva dello scalatore. Poiché è solamente lui con le proprie sensazioni che può stabilire il suo livello di tenuta o equilibrio. Proprio qui si colloca la particolarità di questa attività sportiva ovvero nella gestione delle proprie possibilità tecniche. Nel concorso di chiodatura e valorizzazione del territorio Io vedo molto importante la manutenzione e la riattrezzatura dei siti, già il mantenimento è una cosa di enorme valore per la comunità degli scalatori infatti nel concorso parlo di valorizzazione del territorio e non solamente di chiodatura. Penso che ad oggi dopo 30 anni di chiodatura nessuno inizi a fare questa attività di attrezzare itinerari senza consultarsi o consigliarsi con chi  ha più esperienza . Vedo anche che spesso prima di divulgare i luoghi e le nuove pareti che si stanno attrezzando si tende ad andarci con amici in modo privato, poi, in seguito, in un secondo tempo, quando si è esaurito il nuovo settore, a seguito di assestamenti della parete e di attrezzatura moschettonaggi impegnativi, si inizia a divulgarlo.

Quanto ancora potenziale pensi di sia in valle d’Aosta in termini di chiodatura? 

il Potenziale è infinito. L’anno scorso 2020 sono stati iscritti più di 100 tiri di corda il solo Ezio Marlier ha portato 10 vie facili da molti tiri su creste mai scalate e infatti ha avuto un riconoscimento ufficiale. Ivan Grange, vincitore del concorso 2020, ha chiodato una parete nel comune di St Marcel loc. Eran, dove nessuno pensava ci fossero pareti arrampicabili. Per la stagione 2021 ci sono già moltissimi progetti in atto e in alcuni siti molto belli e in alcuni ho già scalato . Sento che anche fuori valle ci sono numerosi chiodatori molto attivi infatti in futuro pensavo di estendere il concorso ad altre regioni . Fondamentale per il futuro sarà la qualità dei lavori e delle finiture di contorno ( Pulizie di bosco e sentieri, indicazioni dettagliate per gli accessi , panchine, servizi, bar ecc.)

Hai dei consigli da dare ai fruitori delle falesie per preservare la chiodatura degli itinerari?

Gli scalatori fanno parte di una comunità e tutti hanno l’obbligo morale e devono collaborare per il mantenimento delle strutture che si utilizzano. Proprio a causa della natura del mondo dell’arrampicata basata sul volontariato. Il mio maestro di arrampicata Corrado Framarin che mi ha portato in giro le prime volte quando avevo 13 anni tra Piemonte Francia e Finale Ligure, mi ha sempre detto che se nessuno fa qualcosa, inteso costruisce o crea, non ci sarà mai niente di nuovo per nessuno. Questo discorso vale per un’attività come l’arrampicata che è giovane. Risulta importante fare qualcosa per gli altri per giovarne vicendevolmente. Se Franco Garda con Cosson Renzino e Fausto Lorenzi non avessero chiodato una via in artificiale al tetto di Sarre nella fessura che ora si chiama Parsifal , magari oggi non si scalerebbe al tetto . Le prime volte che ci andai con Corrado e Massimo  nel ’78 a fare artificiale con scalette e calzettoni di lana scherzando dicevano che solo dei marziani avrebbero potuto scalare li oggi, chi ci scala non è di sicuro un marziano ma un atleta ben preparato. Il concorso di valorizzazione del territorio Vda cerca di far capire che nella scalata siamo tutti una comunità di appassionati e che dobbiamo avere cura delle opere che sono infisse nelle pareti per noi stessi in primis per poi trarre giovamento anche x gli altri . Avere cura di uno scalatore che inizia ad avvicinarsi all’arrampicata come aver cura dei siti o delle vie di alto livello controllando i punti di sosta e cercando di evitare problemi sugli itinerari ai quali può accedere questo e decisamente molto importante . L’anno scorso a seguito della riunione annuale dei chiodatori svolta durante la premiazione del concorso 2020 è stato deciso tra tutti di posizionare   doppio moschettone in acciaio in sosta sulle vie fino al 6b x evitare che i principianti debbano fare la manovra con la corda .

Per l’iscrizione bisognerà presentare: 

-Il nome del chiodatore o chiodatori; 

-La motivazione, nel caso in cui ci fosse; 

-Data di chiodatura; 

-Tipo di materiale usato; 

-Tipo di roccia; 

-Foto dell’itinerario e difficoltà; 

-Descrizione delle possibili vie d’accesso e eventuale discesa.

L’organizzazione inoltre ricorda che gli itinerari per essere presentati dovranno essere preparati in modo da essere privi di rischi oggettivi, attrezzati con materiale POSSIBILMENTE IN INOX con ancoraggi e soste adeguati al tipo di roccia, infissi a propria discrezione e responsabilità. DI MODO CHE IL LAVORO SIA IL PIÙ POSSIBILE SICURO PER NON ARRECARE DANNI E PERICOLI OGGETTIVI.

Info e iscrizioni alla e-mail: platandrea64@gmail.com 

Fonte Andrea Plat

AP

 

Condividi: