Grande impresa per Della Bordella: pulire! - Up-Climbing

Grande impresa per Della Bordella: pulire!

Matteo Della Bordella si fa portavoce dell’educazione ambientale.

Se è vero che i modi definiscono l’uomo, Matteo è sicuramente un esempio da seguire. Oltre ai risultati che tutti conosciamo, il suo impegno per tematiche ben più importanti è una chiave del suo modo di vedere la montagna. Nella sua carriera verticale, Matteo ha sicuramente imparato come nulla sia gratis. La buona riuscita di un’impresa costa dedizione, fatica, lacrime e sudore, dare e (forse) ricevere. La natura ci dà magnifiche linee su cui costruire i nostri sogni di gloria, ci dona appigli su cui provare sensazioni magnifiche ed è nostro compito fare di tutto per preservarla. Mettendosi in campo in prima persona, insieme all’amico Massimo Faletti, Della Brodella è partito per un viaggio che coinvolge l’Italia da nord a sud, con un obiettivo semplice: scalare e pulire!

Dicci Matteo, da dove è nata l’idea? Nel pratico, come si articolerà il progetto?

L’idea è nata dal mio amico Massimo Faletti. Eravamo insieme in Pakistan nell’estate 2019 e dopo aver salito una bella via di arrampicata su una cima di 5000 metri, lui mi butta lí la proposta di fare qualcosa a favore dell’ambiente ed in particolare sul tema dei rifiuti abbandonati in montagna. Da quel giorno sono passati quasi due anni, ma finalmente qualcosa di concreto sta per nascere: il progetto Climb and Clean, con cui tramite varie tappe vorremmo girare l’Italia per arrampicare e ripulire dai rifiuti le zone in cui scaleremo. 

In questa prima fase partiremo dalla zona di Trento per poi spostarci in Sicilia, ma in futuro (autunno o prossimo anno) vorremmo toccare anche altre zone, ed allargare l’iniziativa a chiunque ci voglia aiutare. Ora non possiamo coinvolgere troppe persone per i motivi sanitari e legislativi. 

 

Da nord a sud, un viaggio trasversale che copre tutta Italia. Quanto bisogno c’è di iniziative del genere? Ci sono discipline più maleducate o queste problematiche partono dal boulder e arrivano alle alte quote?

In generale penso che gli arrampicatori e gli amanti della montagna, quelli che hanno davvero la passione dentro, siano persone molto educate e rispettose dell’ambiente. Ci sono tanti esempi virtuosi di appassionati arrampicatori, trekkers, runners che già ripuliscono l’ambiente teatro del loro sport. Tuttavia il problema dei rifiuti abbandonati in montagna è qualcosa di reale ed è trasversale a tutto il mondo della montagna: si trova spazzatura abbandonata, sia sulle cime più alte, che in falesia o nelle zone limitrofe. Non saprei indicare da chi vengano abbandonati questi rifiuti, noi non vogliamo puntare il dito contro nessuno. Con la nostra iniziativa vogliamo solo raggiungere due obiettivi: il primo è quello di rimboccarci le maniche e fare qualcosa per aiutare l’ambiente, il secondo è quello di sensibilizzare tutti quanti vorranno ascoltarci, anche chi non arrampica o chi si avvicina al mondo della montagna o dell’arrampicata per le prime volte, verso il problema dei rifiuti e incentivare comportamenti rispettosi della natura. 

L’educazione è parte fondamentale per migliorare. Come vedi il futuro? Ci saranno altri progetti simili o hai idee che ti piacerebbe mettere in atto riguardo ad ambiente e sostenibilità?

Come anticipavo, questo primo viaggio dal Trentino alla Sicilia, ci piacerebbe che fosse solo il primo mattoncino di qualcosa di molto più grande. Vorremmo che il nostro climb and clean diventasse un appuntamento periodico ed aperto a tutti. Ovviamente, compatibilmente con il resto delle nostre attività e delle nostre vite. Al di là di questa iniziativa, il mio focus principale resta quello di fare alpinismo tecnico sulle montagne e sulle pareti di tutto il mondo, cercando  di lasciare il minimo impatto del mio passaggio e  limitando l’utilizzo di tecnologie e risorse, come penso di aver sempre provato a fare fino ad oggi. 

Fonte e cortesia foto Matteo Della Bordella

AP

 

Condividi: