
16 Ago Olimpionici: Michael Piccolruaz
Michael Piccolruaz intervistato per UpClimbing riguardo alle olimpiadi di Tokyo 2020.
L’ultimo dei qualificati, il più “a sorpresa”, il probabile migliore italiano su una formula del genere: Michael Piccolruaz. Conosciuto come il Signore del Boulder, Misha è un punto di riferimento all’interno della squadra nazionale italiana, oltre che nell’intero movimento. Atleta in forze al gruppo sportivo Fiamme Oro, è uno dei più titolati scalatori italiani. Classe 1995, scopre l’arrampicata grazie al padre e subito si appassiona alle gare, raccogliendo ottimi risultati. Per capire la sua vera forza basta pensare a quando, durante le gare di coppa Europa giovanile, era solito entrare in gara scalando flash il blocco più duro della serie proposta; gli avversari capivano subito che in quell’occasione, le medaglie raggiungibili erano bronzo e argento, l’oro era già stato ipotecato. La sua carriera è culminata con la partecipazione alle olimpiadi di Tokyo, che però sono solo una tappa e non una meta, perché Michael guarda già alle prossime gare…
Partiamo subito carichi: come è stato essere a Tokyo?
Sicuramente essere a Tokyo è stata una esperienza indimenticabile! Un sogno che si è realizzato, tantissimi anni di lavoro per arrivare a questo punto e finalmente arrivare lì al villaggio, vedere il muro della gara per la prima volta, respirare l’aria olimpica… Beh, son sentimenti ed emozioni forse indescrivibili. Sicuramente un po’ di amaro c’era, per via delle restrizioni sanitarie. Non siamo usciti dal villaggio olimpico se non per recarci al campo gara e il più grande peccato è sicuramente che non c’erano spettatori alla gara. Quello mi piace, tu mi conosci, provo sempre a chiamare il pubblico… Questa volte è stata difficile ma c’ho provato comunque! Questa è stata la parte più negativa. In generale essere a Tokyo: A dream come true!
Entrando nei particolari… Come è andata la tua gara?
La gara è iniziata benissimo, sulla speed non potevo fare meglio ed il mio obiettivo per l’Olimpiade era fare un tempo sotto il sei e cinquanta ed ho fatto un 6.33. Non mi aspettavo di farlo e anche durante la salita non mi sentivo così veloce, poi quando l’ho visto sono stato felicissimo. Ovviamente poi con il risultato nella speed sono partito carichissimo nei blocchi, dove… Allora. Sono partito ok sulla placca, dove era importante farla e l’ho salita. Da lì in poi però la gara è stata un po’ particolare. Le condizioni sono state le peggiori in cui ho dovuto scalare, faceva caldissimo. Già la temperatura era caldissima, poi ancora le luci che spaccavano i muri per ore e ore, un umido che non ti dico… Non ho mai patito un turno di boulder così tanto. I blocchi poi erano duri, non abbiamo mai avuto un periodo di riposo neanche dietro il muro. Il secondo blocco l’ho capito, ho fatto un buon giro, poi mi son un po’ perso, poi ho ritrovato il metodo all’ultimo ma mi mancava il tempo. Il terzo, beh, il lancio l’ho fatto molto bene subito al secondo giro, penso uno dei più veloci. Poi son sempre caduto in cima ad accoppiare il top, proprio quello che mi avrebbe portato il finale. Quello sicuramente è un grandissimo peccato ed è anche per quello che oggi son ancora un po’ deluso. La finale era lì a portata di mano e me la sono persa, il che fa sicuramente molto male. Il quarto non era sicuramente il mio stile, non mi piacciono sti blocchi “feet first”, mettevo gli agganci di punta e non sentivo quei piatti sul volume, che scivolava senza senso. Quindi, dopo il giro di blocchi ero abbastanza deluso ed era difficile rimanere motivato, anche perché l’obiettivo della gara era anche godermi il tutto e sicuramente nei boulder non è successo. Sulla lead la via mi piaceva, c’erano un po’ di passi strani che non ero sicuro di come affrontare. Non mi sentivo benissimo, ho fatto qualche errorino sotto, che poi si son trascinati per tutta la lunghezza. Ho combattuto fino all’ultimo e son caduto quando ero veramente esausto. Forse, senza gli errorini sotto, potevo fare qualche presa in più, che mi avrebbe portato qualche posizione più avanti. Però insomma dai, la lead è sempre la mia terza disciplina, quindi il bilancio è positivo. Riassumendo, sono contento perchè non ho fatto grandi grandi errori, non ho cannato nulla, ma potevo fare un pelo meglio e sicuramente potevo entrare in finale, aver perso questa occasione è un gran peccato.
Com’è la giornata tipo nel villaggio olimpico e a Casa Italia?
Giornata tipica era… Svegliarsi tardi, perchè la gara era alla sera. Facevo colazione verso le dieci, poi un po’ di relax. Poi puoi muoverti un po’, allenandoti o facendo un giro nel villaggio a vederti con gli altri ragazzi. Io stavo tanto con Jakob, abbiamo giocato a scacchi e con dei videogiochi, ci siamo divertiti un sacco insomma. Pranzo sempre nella main hall con tutti gli atleti olimpici, fighissimo lì. Verso le quattro partivamo per andare ad allenarci, proprio perchè le gare erano la sera. Tra trasporto e allenamento, arrivavamo sempre abbastanza tardi, quindi mangiare e letto. Casa Italia è fighissimo, all’ingresso c’è il maxischermo dove vedi le gare e ci incontravamo sempre con altri atleti. Uno dei momenti più belli del viaggio è stato sicuramente essere lì in cinquanta sessanta a vedere la finale dei cento metri. Vedere Marcel che allungava ed era sempre più vicino a vincere, con tanti di noi che già esultavano, vincere LA gara delle olimpiadi… Tutti esultavano, è stato sicuramente un momento da pelle d’oca che mi ricorderò per sempre.
Archiviate queste, quali sono i progetti futuri?
Allora… Adesso penso un po’ meno a lungo termine, mi concentro sui obiettivi a breve termine tipo il Rock Master di Arco. Poi mi concederò un po’ di roccia e poi il mondiale. Se poi si riesce tra Covid e tutto, ad ottobre voglio andare a Maiorca con Jakob, dove vogliamo fare deep water e forse qualche progetto video, magari per tutto il mese. Insomma, rilassarmi, godermi l’arrampicata, come è giusto che sia no? Poi ora abbiamo perso un anno per Parigi 2024, quindi dobbiamo già pensarci ora, quindi sicuramente quello sarà il prossimo grande obiettivo. Il prossimo anno sarò un po’ più focused sui blocchi, mi piacerebbe una bella stagione di coppa del mondo boulder… E qualcosa fuori, magari un bel viaggio a Rocklands!
Fonte e cortesia foto Michael Piccolruaz
AP