Red River Gorge - Up-Climbing

Red River Gorge

di Elena Corriero
Novembre 2012. A Red River Gorge, in Kentucky, paiono essersi dati appuntamento tutti i nomi dell’arrampicata sportiva mondiale. All’appello rispondono già Cedric Lachat e la sua compagna Nina Caprez, un nutrito drappello di francesi fra cui Mike Fuselier e Gerome Pouvreau. La boulderista Melissa Le Nevé è in compagnia di Jacopo Larcher, giovane tracciatore italiano. Ashima Shiraishi, la nuova bimba prodigio, ha solo fatto una toccata e fuga di una settimana, mettendo nel sacco due 8c+, tra le altre cose. E adesso gira voce che debba arrivare anche Adam Ondra, che anzi sia già sull’aereo.
Se abbandonate la Mountain Parkway a Slade e imboccate la KY11 per dirigervi verso la Pendergrass-Murrey Recreational Preserve (PMRP) – dove si trovano il Motherlode e la Chocolate factory, per intenderci – potrete intravedere i profili di alcune falesie più evidenti, e la miseria del Kentucky rurale: case fatiscenti, carcasse di automobili, caravan esplosi e abbandonati. Qualcuno sostiene che nelle pieghe di questa povertà si annidi una solida produzione di “crystal meth”, o mentamfetamina, ma ammetto che non ho verificato personalmente. Commerci illegali a parte, l’unico business che funziona davvero, qui, è l’arrampicata.
Ne sa qualcosa Miguel Ventura, il proprietario di una bottega che noterete sicuramente continuando lungo la strada. Sull’insegna di legno giallo c’è scritto Miguel Pizza, e lo spiazzo antistante è solitamente pieno di macchine. Piantare la tenda da Miguel e fare la fila per la pizza è tuttora una consuetudine fra i frequentatori di Red River: Miguel c’è sempre stato, dall’inizio, ed è il ritrovo per eccellenza, il simbolo del luogo e forse anche dell’anima “dirtbag” – stracciona – dell’arrampicata.
Gli affari, per Miguel, erano decollati davvero negli anni ’90, quando un giovane di nome Porter Jarrad era arrivato in città con il trapano elettrico sottobraccio. La ragnatela di falesie a est di Slade, riunita sotto il nome di Red River Gorge e costituita ora da oltre 130 settori, alcuni piccoli, altri molto grandi, era stata esplorata fino a quel momento solo in ottica tradizionale: diedri, fessure, camini. I pochi chiodi che c’erano erano stati piantati a mano. Jarrad aveva occhio per la linea e il suo trapano avrebbe cambiato tutto, stimolando emuli volenterosi che avrebbero contribuito, fra il 1990 e il 1993, a portare a 700 il numero di vie esistenti. Quasi il doppio nel giro di tre anni. Un numero che sarebbe salito ancora, e che di anno in anno continua a crescere.
Gli spit avevano liberato il potenziale delle immense pareti strapiombanti a buchi, così caratteristiche dell’arenaria del Kentucky, e portato il livello ben oltre il 6c o 6c+ raggiunto in precedenza con l’uso di protezioni tradizionali. Comunque, nessuna linea trad, esistente o potenziale, venne toccata, lasciando lo spazio allo sviluppo di progetti a dir poco impegnative, magari accanto a progetti sportivi di difficoltà altrettanto elevata.
Proprio di fianco a Pure Imagination, uno dei tiri più gettonati di quest’autunno, sale la fessura strapiombante di Charlie, 8a. Da proteggere in puro stile trad.
Ma ovviamente, le vie tradizionali non spiegano il perché del grande successo di Red River, la cui fama sulla scena internazionale risale al grande lancio mediatico del 2007, quando gli atleti del Petzl Roc Trip, fra cui Chris Sharma, si trovarono sotto gli strapiombi del Motherlode e di Bob Marley. Strapiombi che esigono rispetto dai visitatori europei per la combinazione di resistenza e potenza richieste, ma che all’inclinazione aggiungono anche la difficoltà di prensioni molto diverse da quelle tipiche del calcare. Tacche o buchi irregolari, cui le dita si devono adattare secondo la sensibilità personale, prese piatte spesso svase, tacche perlopiù stondate o svase, occasionali fessure e diedri accennati, che si combinano con profili e inclinazioni sempre diversi per dare vita a una grande varietà di stili, dalle placche tecniche agli strapiombi, dalle vie di blocco a quelle di resistenza pura.
Di fatto, il Petzl Roc Trip contribuì a sfatare definitivamente la convinzione che l’arrampicata di Red River fosse banale e gorillesca e a catturare anche l’attenzione dei primi “big” europei; gli statunitensi, dal canto loro, avevano già iniziato ad affollare le falesie e a intasare i parcheggi, caricando la bomba a orologeria dei problemi di accesso che spesso si presentano negli Stati Uniti. Problemi complicati dalla presenza delle trivelle per il petrolio, che spesso i climber poco attenti bloccavano con le macchine, suscitando le ire delle compagnie che avevano i diritti di sfruttamento.
Il problema venne risolto grazie all’acquisto dei terreni privati da parte della RRGCC, la “coalizione degli arrampicatori di Red River Gorge” nata nel 2000. Il comprensorio della Muir Vally nacque invece grazie alla generosità di due privati come Rick e Liz Weber, che aprirono ai climber centinaia di ettari della loro proprietà, permettendo così lo sviluppo di più di 20 diversi settori.
Da qualche anno le macchine affollano i parcheggi di Red River, ma prima di questo autunno non si erano mai visti così tanti big europei tutti insieme. Red River rimaneva il terreno di gioco degli americani e quasi solo il local Adam Taylor si dedicava all’apertura di vie dure. Sono sue creazioni le vie più impegnative di tutta Red River, Pure Imagination e Golden Ticket, alla Chocolate Factory, così come Southern Smoke e la diretta della stessa via, da lui liberata nel 2011, nel settore Bob Marley.
L’attenzione mediatica suscitata dalla ripetizione di Pure Imagination da parte di Sasha Digiulian aveva però acceso una volta per tutte la curiosità anche di quelli che pensavano che in Kentucky non ci fosse pane per i loro denti. Con un discreto numero di vie fra l’8c+ e il 9a+ e una qualità della roccia incredibile, valeva la pena di fare il viaggio. Non solo, ma lo stile delle vie, che spesso si giocano sulla resistenza, sembra particolarmente adatto ai moderni garisti. Secondo il francese Gerome Pouvreau, ad esempio, Pure Imagination è in tutto e per tutto una via di gara
I due 9a di Chocolate Factory non hanno retto all’impatto con l’irresistibile Adam Ondra, che dopo averli saliti a vista li ha sgradati entrambi a 8c+, uno più duro, l’altro più morbido; un giudizio che Adam Taylor, il chiodatore, condivide, non essendo mai stato convinto che Pure Imagination meritasse il numero 9. Si tratta, anche secondo Taylor, di un apporto positivo, che ha permesso di fissare dei punti di riferimento una volta per tutte, eliminando l’arbitrarietà e il disordine che regnavano nei gradi (alti) del comprensorio.
Poco lontano dallo strapiombo di Pure Imagination si trovano tre linee “moderate” – un 6a, un 6b e un 6b+ – che sono dei piccoli gioielli. La grande varietà di Red River si riflette anche nei gradi: dai 5° agli 8c, per ogni livello e per ogni stile c’è il settore giusto, in cui passare l’intera giornata o solo poche ore, per poi spostarsi alla ricerca del (prossimo) tiro perfetto. E le potenzialità di sviluppo sono ancora immense. La RRGCC sta lavorando all’acquisto di nuovi terreni per permettere l’espansione delle attività di chiodatura, o per ripristinare l’accesso a falesie che nell’ultimo periodo sono stare chiuse dai proprietari, mentre gli arrampicatori esplorano con nuovi occhi zone di roccia che fino a qualche anno fa sarebbero sembrate impossibili. Adam Ondra ha aggiunto due linee fra Pure Imagination e Golden Ticket, la più facile delle quali potrebbe essere fra il 9a e il 9c, e Daniel Woods ha chiodato un nuovo progetto vicino a Purgatory. “Ci sono tonnellate di roccia ancora vergine”, spiega Adam Taylor. “Ma non c’è mai stata tanta gente che si dedicasse a chiodare vie dure. Magari adesso le cose cambieranno.”
 

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