Incontri al Rock Master - Up-Climbing

Incontri al Rock Master

Kilian Fishuber, Austria (1° nel ranking mondiale IFSC- BOULDER)
Cosa ti piace di più del Rock Master e di Arco?
Penso sia l’insieme di più cose, qui puoi scalare in falesia, fare vie di più tiri, andare in mountain bike, fare del surf. Ho fatto un sacco di mountain bike qui!
Poi l’atmosfera è unica, l’evento dura 2-3 giorni ed è bello vedere insieme persone diverse, surfer, ciclisti e climber.
Hai seguito un allenamento particolare prima del Rock Master?
No, di solito seguo una scheda specifica, preparata dal mio allenatore Rupert Messner, ma per il Rock Master non ne ho seguita una particolare perché ho avuto poco tempo per prepararmi. Sono stato in Sudafrica a fare boulder per sei settimane, e così…
Il difficile ad Arco è questo “ko system”, l’eliminazione può avvenire dopo ogni blocco, così anche se uno forte viene qui rischia comunque di uscire subito se commette degli errori.
E dopo il Rock Master? Ancora gare e ancora boulder?
In futuro mi piacerebbe ritornare a fare dell’arrampicata sportiva in montagna, ritornare alla corda. Io infatti non nasco come blocchista, avevo iniziato a scalare con la corda, poi dopo aver salito Action Directe nel 2006 ho voluto provare problemi sempre più difficili e mi sono dedicato al boulder e alle gare.
Risentiremo parlare di te anche al di fuori del boulder allora…
Sì, ma non sono il tipo che quando fa una via difficile spedisce mail a tutti per farsi pubblicità, infatti non mi conoscono in tanti per la mia attività con la corda.
Ciao, e buona fortuna!
Ciao, e speriamo di avere fortuna con il “ko system” stasera, spero di vincere!
E infatti ha vinto!
 
Cedric Lachat, Svizzera (10° nel ranking mondiale IFSC- LEAD)
Come hai trovato la via a vista?
L’ho trovata molto dura, direi 8c, mentre il lavorato è veramente tosto, sull’8c+ o addirittura 9a.
Qual è stato il tuo allenamento per il Rock Master?
Da circa due mesi mi sto allenando solo in falesia, per circa cinque giorni a settimana
Parlaci un po’ di te, come vivi ora, quali sono i tuoi progetti?
Sono sponsorizzato da Mammut, e sono contento perché riesco a vivere di questo, dell’arrampicata e delle gare. Se invece dovessi esprimere un mio progetto per il futuro, direi la Nord dell’Eiger!
 
Kim Ja-In, Corea del Sud (6° nel ranking mondiale IFSC- LEAD)
Hai fatto una grande prova nell’on sight…
Si, sono molto contenta, anche perchè è il mio primo anno qui al Rock Master. Ero nervosa, ma continuavo a ripetermi “Divertiti, goditela” e così sono riuscita a rilassarmi e a concentrarmi solo sulla salita. La via era veramente lunga, e i movimenti molto duri per la mia bassa statura, ma sono comunque riuscita a salite molto, sono contenta!
Qual è il tratto più duro?
Tutti! Ogni passaggio!
Quali sono i tuoi progetti?
Ovviamente voglio continuare a scalare e a gareggiare, ma una cosa che mi piacerebbe molto è diventare una brava istruttrice di arrampicata.
 
Jenny Lavarda, Italia (22° nel ranking mondiale IFSC- LEAD)
Le prime impressioni sulla gara?
Come tutti gli anni ero bella nervosa, ma è andata abbastanza bene dai! Purtroppo sulla prima via ho fatto un errore, avrei dovuto alzare di più il tallone, e sono caduta. Questo ha pregiudicato un po’ il mio piazzamento…
Peccato perché era una via che sentivo molto adatta a me, dopo il nervosismo e la rigidezza iniziale mi ero sciolta e stavo andando bene!
Come è stata la preparazione al Rock Master?
Quest’anno mi sentivo veramente in forma, non sono mai stata così forte fisicamente, e speravo di fare risultati migliori
Il mio obiettivo adesso è allenare meglio l’aspetto emotivo, la preparazione mentale alla gare, che al momento mi manca. Ma sono tranquilla perché da quest’anno ho realizzato il mio grande sogno, sono entrata nel Corpo Forestale, e così mi posso allenare ancora di più, avendo già un lavoro per il futuro.
Quindi continuerai a gareggiare?
Assolutamente, voglio continuare con le gare, anche se ormai sono la più vecchia (ride), ma nel 2011 abbiamo il Campionato del Mondo qui in Italia, e ci voglio partecipare a ogni costo!
Dicevi che hai un rapporto particolare con Arco…
Sì, ci vengo sempre volentieri, mi sento a casa. La prima volta è stato nel 1993, quindi in termini di arrampicata si può dire che sono nata qui! E poi ad Arco ho tutte le mie vie dure in falesia
 
Gabriele Moroni, Italia (3° nel ranking mondiale IFSC- BOULDER)
Innanzitutto complimenti per la gara, ti abbiamo visto risolvere senza troppi problemi tutti i blocchi, a parte l’ultimo.
Sì, non mi sentivo in grande forma, alla fine del quarto blocco sei veramente stanco, ma ho fatto comunque una bella gara.
Già in ricognizione mi ero accorto di poter fare bene il terzo blocco, infatti non l’ho trovato così difficile. Il secondo invece era duro all’inizio, una pinzata brutta per andare fuori, ma poi aveva un passo di equilibrio molto bello, più mentale che altro, perché dovevi fidarti del piede e lanciarti sulla sfera.
Come ti sono sembrati i quattro blocchi quest’anno?
I blocchi qui più o meno sono sempre giusti, poi Jacky (Godoffe, il tracciatore) ne sa, quindi è una garanzia!
L’anno scorso però mi ero infortunato a un dito proprio ad agosto, ho partecipato lo stesso ma non era andata benissimo.
Quest’anno invece è andata bene…
Sì, sono contento, fra l’altro non ho neanche seguito un allenamento particolare, quest’estate ho girato tanto e scalato solo ed esclusivamente in falesia, niente blocchi o allenamento in palestra, troppo caldo!
Quest’anno voglio essere il più polivalente possibile, continuare con le gare, e continuare a viaggiare per fare blocchi duri e tiri duri!
Qual’è, se esiste, il tuo blocco ideale?
Mah, direi che non c’è un mio blocco ideale. Mi piace scalare un po’ di tutto, anche per variare e spaziare da un ambiente all’altro. Non sono uno che si fissa su una linea e tenta solo quella…
Anche perchè le risolve tutte subito, aggiungiamo noi…
 
Flavio Crespi, Italia (25° nel ranking mondiale IFSC- LEAD

Allora Flavio, come è andata dopo l’infortunio dell’anno scorso?
Direi bene, non sono arrivato molto in alto, ma mi aspettavo che la parte in basso fosse più dura. Invece la seconda prova, il lavorato, è forse la via più dura che ho mai fatto in una gara.
Il recupero dopo l’infortunio al tendine sovraspinale è andato bene, ma in questo periodo c’è una gara ogni dieci giorni, a questi ritmi già è difficile mantenere un buon livello, figuriamoci aumentarlo!
Com’è la tua giornata tipo di allenamento?
Nella stagione invernale di preparazione mi alleno di solito sei ore al giorno, in sessioni tre ore al mattino e tre al pomeriggio. Essere nelle Fiamme Gialle mi permette di allenarmi bene e dedicarmi totalmente all’arrampicata.
Per il Rock Master ho seguito il mio solito allenamento, l’ho preparato come una “normale” gara di Coppa del Mondo.
Quando pensi che l’arrampicata arriverà alle Olimpiadi?
Non ho idea di quando succederà, non credo però che sarà troppo presto!
Ci saranno ancora le gare nel tuo futuro?
Certo! Gare e ancora gare, finché non mi rompo voglio continuare a tirare, e poi posso sempre dedicarmi, nell’ordine, alla velocità, al boulder e poi alla roccia. 
 
Interviste raccolte da Enrico Da Dalt (up-climbing.com)

Condividi: