
27 Mag Giuliano Cameroni chiude i conti!
Dopo un processo di sei anni, lo svizzero si aggiudica questo mitico 8C+ e scopre la dimensione profondamente interiore dell’arrampicata!
Off the Wagon Low! Il primo 8C+ del Ticino, liberato nel Novembre 2018 da Shawn Raboutou come partenza bassa del già leggendario Off the Wagon. Dopo di lui abbiamo dovuto aspettare più di un anno per assistere alle ripetizioni di Jimmy Webb e Daniel Woods, rispettivamente nel febbraio e marzo 2020. Una linea che da sempre era nel mirino di Giuliano Cameroni e che chiaramente non poteva mancare nella storia personale di un ragazzo diventato l’attuale simbolo del bouldering in Ticino.
Eppure questa linea in Val Bavona è diventata per lui un vero viaggio interiore oltre che sportivo, dopo ben sei anni passati a lottare duro e a mettere in discussione se stesso per mantenere la volontà e la determinazione nel continuare la battaglia.
Alla fine Giuliano ce l’ha fatta ed eccolo aggiudicarsi la quarta salita di questo blocco in una versione addirittura più pura, partendo dalle stesse prese ma in piedi, dopo aver rimosso l’iconico carretto che da anni dava il nome e notorietà a questa linea, ma che effettivamente costituiva un ostacolo per una versione più naturale.
Cameroni ha dato notizia della sua salita su Instagram, dove ha riportato un post ricco di contenuti (che riportiamo interamente sotto) in cui descrive come questo lungo processo si sia trasformato in un’occasione per scoprire quanto l’arrampicata possa diventare un viaggio ben più ricco rispetto al puro conseguimento di una realizzazione estrema.
“Finalmente! Una vera bellezza e un lunghissimo percorso di 6 anni pieno di alti e bassi.
Dopo aver trascorso un certo periodo di tempo sotto lo stesso blocco iniziano a manifestarsi nuove sensazioni: da un lato sei ovviamente frustrato, soprattutto se ci sei andato molto vicino, ma dall’altro c’è una sensazione più profonda di connessione con il luogo e la roccia, e inizia a diventare una piccola storia d’amore. Inizi a realizzare ogni dettaglio del masso e come sono esattamente i grani e la qualità della roccia. Il giorno della salita, è avvenuto un cambiamento improvviso: ero seduto sotto come sempre quando ho capito che avevo la possibilità di scegliere tra divertirmi o riprovare disperatamente. Questa presa di coscienza mi ha messo in un grande stato di flow, libero da vibrazioni negative e paura di fallire. Subito dopo ho mancato l’ultima zanca, che era il mio punto più alto, e invece di arrabbiarmi ho iniziato a ridere. Sapevo che mi stavo avvicinando al boulder nel modo giusto, quindi sono rimasto calmo e felice. Il tentativo successivo l’ho scalato. Tutto era connesso e all’improvviso mi trovavo in cima. Un grande senso di gioia mi ha pervaso e ricordo di essermi chiesto come fosse potuto accadere così facilmente dopo averlo provato per così tanto tempo.
Questo boulder mi ha mostrato che l’arrampicata può essere molto più che arrivare in cima e anche più del processo con l’obiettivo di realizzare. L’arrampicata è espressione della profonda connessione tra noi e la natura, tra la nostra anima e la quiete del momento. È molto simile allo Yoga, ecco perché il movimento perfetto si trova nel momento presente. Solo qui, quando tutte le nostre energie sono concentrate su ciò che stiamo facendo, possiamo scalare al meglio, possiamo sentire cosa può fare il nostro corpo e quale movimento funziona per questo. In questa dimensione senza tempo realizziamo il nostro vero potenziale, ci rendiamo conto che possiamo arrampicare più difficile di quanto sembrava possibile e quindi rompere i confini dei nostri limiti. Ci rendiamo anche conto che l’arrampicata è una forma di meditazione, un modo diretto per trovare lo zen, un ponte tra il fisico e il non fisico.”
Ora non ci resta che attendere il video sul suo canale Mellow!
Albertaccia
Fonte: Instagram