24 Dic El Chileno, il misterioso blocco di Luca!
Il forte climber toscano ci parla di una delle sue creature e della sua visione pura del boulder
Ci sono climber per i quali il boulder e l’arrampicata rappresentano innanzitutto un gioia personale, una passione con cui esplorare i proprio limiti personali, con cui ricercare la bellezza e con cui esprimere creativamente una propria visione anche artistica.
Sono climber in via di estinzione, che, ora come ora, spesso preferiscono restare un po’ in disparte rispetto ad un mondo dell’arrampicata in cui l’unica cosa che sembra importare sono gradi, prestazioni, confronti e nulla più.
Luca Andreozzi è uno di questi personaggi ormai rari!
Fin da giovanissimo, competizioni incluse, il toscano si è presentato come uno dei talenti dell’arrampicata italiana, confermandosi poi tale anno dopo anno. Boulderista di altissimo livello, falesista con all’attivo molte vie dure di cui anche first ascent estreme, ma soprattutto una grande creatività e una voglia di esplorazione che l’hanno portano a liberare un gran numero di linee in tutta la sua Toscana.
A Huliveto Tanks, notevole area blocchi su calcare a poca distanza da Pisa, Luca ha trovato uno dei luoghi in cui esprimere a pieno regime la sua fantasia, liberandovi negli anni molte linee estreme.
Tra queste, sul bellissimo masso del Diamante, troviamo appunto El Chileno, una delle linee più dure di Huliveto. Un boulder che il toscano ha liberato ben nove anni fa e che, nonostante la bellezza e la durezza, è rimasta misteriosa e trascurata per un semplice fatto: Luca preferì infatti lasciare il blocco “ungraded”, senza grado.
Negli anni, alcuni top climber di alto livello sono passati da Huliveto Tanks e hanno messo le mani su questo boulder, senza però riuscire a realizzarne la ripetizione…
Nel video sopra riportato, pubblicato sul canale Youtube dell’Area51 (la palestra fiorentina di cui lo stesso Luca è uno dei gestori), Luca ci mostra appunto la linea de El Chileno, mentre di seguito riportiamo anche il racconto entusiasta che lui stesso ci ha dato.
Un bell’esempio di passione autentica per il boulder, in tutta la sua purezza e originalità!
Albertaccia
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“El Chileno è sicuramente uno dei blocchi più duri che ho liberato a Huliveto Tanks. Non so dire nemmeno io bene il perché ma quando mi ritrovai in cima al blocco ritenni che fosse meglio tenere la cosa per me e per pochi amici. A quel tempo (2013) parlare di certe difficoltà in Toscana era ancora un tabù, soprattutto per quello che riguardava il boulder. Credo semplicemente che non volessi “sporcare” questa linea dei soliti discorsi da bar sui gradi, né attirare l’attenzione unicamente sulla sua difficoltà. Ho imparato che l’unico modo per non attirare a sé le critiche della gente è non fare niente, e che per quanto nobili possano essere le nostre intenzioni ci sarà sempre qualcuno pronto a fraintederle deliberatamente condannando l’intera zona a rimanere sempre indietro. In quel periodo pensai che espormi a queste dinamiche sarebbe stato controproducente per me e per l’intera area, così andai avanti e tornai a dedicarmi allo sviluppo di nuove linee e nuove aree.
Col passare degli anni Huliveto è divenuta una meta di riferimento per il boulder toscano, e finalmente alcuni dei blocchi più duri sono stati ripetuti da fortissimi boulderisti provenienti da fuori. Tra questi Gabry Moroni, Elias Iagnemma e altri. Vedere confermare le difficoltà che avevo proposto anni addietro ha sicuramente favorito lo sdoganamento di certi limiti che probabilmente prima potevano sembrare strambi e fantasiosi.
Parlare oggi di boulder di 8° grado non è più così astratto: esistono molti più riferimenti e “classici”, inoltre molte più persone si affacciano ogni anno al mondo dell’arrampicata, surfando l’onda del vertiginoso sviluppo che c’è stato anche in Toscana negli ultimi anni, dall’apertura di palestre alla crescita di falesie e aree boulder.
Di tanto in tanto mi capita di ripetere alcuni miei vecchi passaggi per il semplice gusto di riassaporare le sequenze alle quali sono più affezionato, per puro piacere e senza l’ansia da prestazione di chi deve salire il blocco per la prima volta. Sono capitato spesso sotto a El Chileno, aspettando l’occasione giusta per poterlo riprovare. Quando mi è stato chiesto di riprovarlo in maniera così inaspettata e amichevole, sono stato davvero felice di poter rimettere le mani su questa linea. È stato un tuffo nel passato, ed allo stesso tempo una scossa nel presente.
Sono molto fortunato ad avere vissuto sulla punta delle dita l’era dello sviluppo del boulder in Toscana. È stato un po’ come vivere negli anni d’oro di una mini Hueco tutta da scoprire. La mia speranza è che questi luoghi e le loro storie continuino ad essere rispettati e preservati, senza mai dimenticare che la scalata è un grande gioco, ma prima di tutto è gioia.
Climb free
Luca “