Locals only: scalare nel torinese - Up-Climbing

Locals only: scalare nel torinese

La migliori dieci vie nella zona del torinese consigliate da Pietro Bassotto.

Solitamente uno nasce, cresce, scopre l’arrampicata, si allena, arriva al suo top e poi intimo ai cinquanta vive di rendita e si gode la passione del verticale. Pietro no, non vive di rendita e si allena come un pazzo insieme a Davide, il figliol prodigo che ha inanellato tiri fino al 9a e blocchi fino all’8b+, con diversi successi anche in gara. Se incontraste una strana coppia di scalatori sempre con il sorriso stampato in viso e i calzini nelle scarpette state in guardia! Non sono dei montanari, sono i due Bassotto e stanno per farvi il culo a strisce! Dalle prime gare all’8c a 56 anni, non faccio troppe parole e lascio spazio per alla top ten di Pietro Bassotto!

La Val di Susa è dove ho iniziato a scalare. Parlare dei tiri dietro casa mi fa tornare indietro nella storia dell’arrampicata. Quando cominciai ad approcciarmi alla scalata, tutto era in evoluzione, si andavano definendo in quegli anni gli aspetti caratterizzanti di questo sport: dalla scoperta di nuovi settori, agli stili di scalata che ora diamo per assodati come in Onsight, Rotpunkt e Flash, dalla chiodatura con i primi Spit, all’importanza del materiale tecnico come le scarpette, dai nuovi metodi e attrezzi di allenamento come il Pan Gullich e i muri indoor, alle prime competizioni che contribuirono in modo significativo all’innalzamento del livello di difficoltà. La scalata in Valle di Susa non è certamente paragonabile a quella che si può praticare in altri luoghi ben noti come il vicino Briançonnais. Tuttavia in Valle si possono trovare falesie e vie di tutto rispetto e qualità. La scelta dei tiri per questa top 10, non è stata facile; ogni tiro che ho scalato mi ha dato tanto, sotto i diversi punti di vista della tecnica, della forza e della resistenza, ma anche in termini di felicità o sconforto a seconda e, poi a livello umano, per il moltissimo tempo trascorso con buoni amici a condividere la stessa passione.

Friction 6a+, Borgone. La Cava di Borgone è una delle più vecchie palestre di roccia della Valle, la sua roccia è gneiss granitoide. Friction è una via di 30 metri di placca dove la scalata è tutta basata sui piedi, le mani vengono utilizzate in appoggio alla parete per equilibrarsi. Nel 1987 era attrezzata prevalentemente con chiodi a pressione, e qualche spit da 8mm con piastrine artigianali di profilo angolare in ferro. Sono particolarmente legato a Friction, perché quando l’ho salita da primo per la prima volta avevo ancora le scarpe da ginnastica. Quando poi comprai le Mariacher, ero talmente entusiasta e sicuro che un giorno sono partito slegato e sono andato su fino in punta alla falesia.

Nani Verdi 7a, Foresto. L’Orrido di Foresto è tra le prime falesie ad avere avuto tiri con una difficoltà elevata in Valle. È ideale d’estate ma anche se piove si riesce a scalare. Vie storiche di Foresto come Strenuos 7c+, nell’ ‘81 liberata da Marco Bernardi, e Robotica 8b, nel ‘91 da Marzio Nardi, sono ancora adesso vie di riferimento. Nani Verdi è un tiro di 25 metri liberato nel 1980 da Patrick Berhault, con i suoi passaggi fisici e un singolo impegnativo in uscita esprime la tipica scalata all’Orrido. Dei tanti personaggi che frequentavano Foresto Marco Mola è colui che mi impressionò maggiormente sia per la sua leggendaria forza sia per la sua sicurezza nel salire slegato su molte vie.

Pronfipiede 7a+, le Striature. Le Striature nere, chiodate in gran parte da Luca Gontero, è una delle falesie di roccia calcarea più grandi della Valle. Grazie al microclima che la caratterizza non è raro scalare anche in pieno inverno in maglietta. La scalata a Striature Nere dà un bagaglio tecnico notevole sul grado 6°-7° ed è ancora oggi una delle più frequentate. Pronfipiede parte con ampi movimenti fisici e un incrocio su buchetti per finire con movimenti tecnici che richiedono alta concentrazione fino in cima alla via.

Tuareg 7b+, Striature. Sempre alle Striature, Tuareg con i suoi 25 metri su leggero strapiombo è uno dei tiri più impegnativi, i suoi piccoli appoggi per i piedi e le prese che gonfiano gli avambracci la rendono molto tecnica. Consigliata la variante a sinistra verso il Segreto degli Gnomi.

Diabolik 7c, Los Area. Los Area è una piccola falesia di un bel calcare, esposta a Sud con difficoltà media compresa tra il grado 6° e 7°, ideale per famiglie con bambini piccoli, si raggiunge agevolmente. Diabolik è un tiro di 25 metri. La prima parte è un vero e proprio boulder su bi-diti molto piccoli in lieve strapiombo, la seconda parte è decisamente più tranquilla su un muro verticale a tacche.

Novalesa violenta 7c+, Novalesa. Cascate di Novalesa è una falesia di calcare situata a fianco la grande cascata che caratterizza il panorama della Val Cenischia. Chiodata da Alberto Bolognesi, ha un’altezza che varia dai 15 ai 30 metri. Per la sua posizione a sud e la facilità nel bagnarsi è difficile trovare le condizioni ideali. Novalesa violenta comincia con un blocco difficile e prosegue di resistenza su ampie pinzate su canne.

Chianatown 8a, Campambiardo. Campambiardo è una falesia di 30 metri di forma piramidale, il suo su ottimo gneiss la rende tra le più belle della Valle. Scoperta dal mitico Gian Carlo Grassi è stata attrezzata da Roberto Mochino. Per me è stata un’ottima palestra per fare volume, prima dell’avvento delle palestre indoor. Ricordo ancora oggi le ripetute su Picnic e Identikit. Chinatown, liberata da Valter Vighetti nel ‘90, parte con un primo filtro sul verticale per poi spostarsi verso destra su uno strapiombo tramite un traverso duro su buchetti, in seguito richiede grande resistenza su prese discrete, fino in cima. Chinatown è un tiro che non ha tempo, mi è capitato di ripeterla più volte e mi dà sempre la stessa emozione della prima salita.

Stukas 8a+, il Libro. Il Libro è una piccola falesia di 25 metri attrezzata nel ‘90 da Roberto Mochino. Lo stile è vario: placche, fessure e tacche su muri leggermente strapiombanti. Ultimamente è tornata in auge grazie a Cose preziose liberato nel 2017 da Marcello Bombardi. Stukas, liberata da Marzio nel 1993, ancora adesso è una via di riferimento della Valle per la sua difficoltà. Parte in comune con Isiss su una sequenza fisica intorno al 7c tra tacche e fessura, proprio dove si abbatte la parete c’è un blocco particolarmente tecnico in cui è necessario mantenere laconcentrazione e soprattutto il pugno serrato.

Illusion 8b, Panere. E’ una nuova falesia chiodata da Luca Gontero nel 2020, per la sua esposizione è un buona alternativa alle poche falesie estive della Valle. La falesia ha muri di varie inclinazioni e grado. Illusion, liberata da me nel 2020, si fa subito notare per la sua linea molto bella su roccia nera e compatta. La scalata tecnica in leggero strapiombo su micro tacche molto taglienti la rende impegnativa. È un tiro molto continuo con il passo più duro alla fine della sequenza.

La cura 8b+, Gravere. Gravere è stata inizialmente attrezzata nel 1989 da Fulvio Fassino e Gabriele Bar a cui sono seguiti altri chiodatori. La sua posizione la rende la falesia più fresca d’estate e con i suoi forti strapiombi la più dura. È divenuta famosa grazie alle performances di Top Climber come Ghisolfi, Ondra e Megos. La Cura, liberata nel 1993 da Valter Vighetti, è una linea in diagonale su forte strapiombo, con i suoi movimenti molto spettacolari. Rimane tra uno dei tiri più belli e duri della Valle. Parte in comune con Allertallos, per poi deviare a sinistra su una vena di quarzo, da lì prosegue con 20 movimenti fisici che non mollano fino alla catena. Gravere è l’unica falesia estiva vicino casa, dove riesco a trovare ancora progetti di alta difficoltà.

Fonte e cortesia foto Pietro Bassotto

AP

 

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