
17 Ago Pale di San Martino: Fumo negli occhi
“Chi non conosce San Martino di Castrozza, non conosce le Dolomiti”.
Parafrasando alpinisticamente ciò che con schiettezza sosteneva Gunther Langes, tra i nomi più importanti legati alla valorizzazione del vasto massiccio dolomitico, si può affermare che le Pale rappresentino la migliore e concreta manifestazione della cronologia storica dell’alpinismo.
È da poco uscita la nuova guida di Renzo Corona e Igor Simoni, che segue a 10 anni di distanza quella del Compianto Samuele Scalet, che fu fatta con la preziosa collaborazione di Tullio Simoni, Sebastiano Zagonel, Mariano Lott e Duilio Boninsegna.
Cogliamo l’occasione per alcuni articoli con proposte tratte dalla guida, qui una della cime più impressionanti del gruppo: Il Cimon della Pala.
Ecco l’immagine che ha l’auotore Renzo Corona di questa montagna:
“Per me El Zimon è sempre stata una cima molto particolare. La sua grande parete sud-ovest, piena di segreti e di pilastri, così solare e sotto agli occhi di tutti ma allo stesso tempo molto sconosciuta alla massa arrampicatoria, è una delle più belle di tutte le Dolomiti. Penso sempre a Leuchs, a cosa ha potuto fare, vivere e “sentire” su questa parete, agli inizi del novecento in solitaria. Ma anche ai mitici Bertl, Kleisl e Andrich che erano per quel periodo dei pionieri, non solo dei pazzi. Adesso prima di salire una via nuova si studia, è possibile documentarsi e si preparano un sacco di ferraglie che poi ti bloccano la testa e il gusto di salire liberi da vincoli va a perdersi un po’”.
Per diversi anni è stato senza una guida alpinistica aggiornata, cogliamo l’occasione dell’uscita dello splendido lavoro di Renzo Corona e Igor Simoni per una serie di articoli con alcune proposte. Iniziamo da una delle cime più imponenti e prestigiose, il Sass Maor, ed una delle vie di nuova generazione, non di altissima difficoltà ma interamente da proteggere.
CIMON DELLA PALA 3186m
Bella cima, la più imponente e visibile del sottogruppo. La cima è formata da una cresta elegante e molto frastagliata esposta in direzione Nord-Sud mentre verso Sud Ovest domina, con aspetto maestoso e massiccio dalla forma rettangolare, il paese di San Martino. Generalmente di buona, se non ottima, roccia sul versante meridionale, offre qui salite lunghe e di impegno. Il versante nord, sopra il ghiacciaio del Travignolo, è percorso dalla via storica della prima salita con roccia friabile ormai non più frequentata. L’attuale via normale sale lungo la cresta del versante Sud. Il Cimon della Pala è stata una delle prime cime prese di mira dagli alpinisti con i primi salitori Edward Robson Whitwell, Santo Siorpaes e Christian Lauener che lo scalarono già nel 1870 dal versante Nord. Le vie più frequentate rimangono quelle della parete Sud Ovest e richiedono tutte esperienza e un buon senso dell’orientamento.
VIA NORMALE E DISCESA
Dal Rifugio Rosetta al Passo Bettega, seguire il sentiero 716 della Val dei Cantoni fino a raggiungere il Bivacco Fiamme Gialle. Continuare traversando in diagonale verso sinistra, in direzione ovest, seguendo tracce evidenti di passaggio che portano ad una forcelletta. Risalire il canale successivo passando per il caratteristico “Bus del Gat” o aggirandolo a sinistra fino ad un’altra forcella sul lato opposto. Da qui risalire la corda fissa e continuare per un corto diedro poi per lo spigolo di sinistra fino ad un intaglio. Continuare sul lato sinistro e risalire una costola fino alla cresta, a tratti con passaggi delicati, che porta in direzione nord alle famose terre rosse della cima. (3 ore)
FUMO NEGLI OCCHI
Alessandro Beber, Matteo Faletti, Alessandro Baù, 2015
- Sviluppo: 800 m. Difficoltà: VIII- o A2 /R3/IV
- Tempo: 10-12 ore.
- Materiale: portare martello chiodi e una serie di friend.
- Attacco: come per la Marici, attaccare 40 metri più a sinistra. Fumo negli occhi è l’ultima via aperta sulla parete ovest del Cimon della Pala. Sale, nella parte bassa, più’ o meno parallela alla sinistra della Marici e, dove questa termina, prosegue direttamente superando al centro il grande pilastro giallo. Nella parte bassa le difficoltà sono abbastanza omogenee e la roccia molto buona mentre nel pilastro giallo le difficoltà sono maggiori e la roccia un po’più friabile. Rimasta abbastanza attrezzata sia nelle soste che nei tiri, la via è comunque molto impegnativa sia per la difficoltà che per la lunghezza.