
20 Nov Pietro Radassao, una vita rampicante in continuo sviluppo
Rientrato dal San Vito Climbing Festival e metabolizzate le recenti belle salite nella falesia di casa di Frosolone/Colle dell’Orso, abbiamo incontrato nuovamente la nostra vecchia conoscenza Pietro Radassao per farci raccontare un po’ più nello specifico non solo le sue imprese in arrampicata ma anche come sta contribuendo a diffondere il “movimento” che lo vede impegnato su vari fronti. Ecco come…
Allora, com’è andata a San Vito? Era la prima volta scalavi da quelle parti?
Ero già stato a San Vito Lo Capo durante le vacanze natalizie del 2012 (sono già passati 6 anni!). Porto un ricordo molto bello di quella breve permanenza (4 giorni) in terra siciliana: vie di notevole qualità, posti splendidi, temperature perfette, buon cibo e soprattutto è in quell’occasione che riuscii a salire i miei primi ottavi gradi a vista!
Quest’anno sono stato invitato come ospite della decima edizione del San Vito Climbing Festival, a dire il vero non me lo sarei mai aspettato ed è stato un grandissimo onore aver ricevuto questo invito. A essere sincero all’inizio ero anche preoccupato: gli ospiti degli anni precedenti erano nomi importantissimi, come Adam Ondra (tanto per dirne uno così!), e io, nella piena consapevolezza di non essere neanche lontanamente paragonabile ai top climbers, mi chiedevo se fossi stato all’altezza di questo impegno e delle aspettative generali. Ovviamente si sono rivelate solo “paranoie”, il San Vito C.F. è una festa all’insegna delle attività outdoor, l’ambiente è rilassato e non c’è nessun tipo di pressione (tranne quella delle fastidiose zanzare in falesia).
Un’altra esperienza che mi porterò dentro per tutta la vita, è stata quella di presentare, durante la serata “chiave” del Festival, i video realizzati nel 2018 insieme a Francesco Guerra (fotografo e videomaker con cui ormai si è instaurata un collaborazione forte e duratura). E’ stata la prima volta che sono salito su un palco di fronte a un discreto numero di persone e la cosa mi ha davvero emozionato. Ringrazio di cuore Massimo Cappuccio per aver pensato a me come ospite e avermi concesso l’opportunità di questa nuova esperienza.
Per quanto riguarda l’arrampicata non posso dire che è andato tutto benissimo: su 4 giorni di festival siamo riusciti a scalare solo il primo giorno, poi si è scatenata la pioggia con i terribili nubifragi che hanno sconvolto la Sicilia. Durante quell’unica giornata buona sono riuscito a provare i progetti chiodati da Dario Di Gabriele (forte climber siciliano oltre che instancabile chiodatore) al settore Bunker, senza però riuscire a liberare nulla. I tiri sono molto belli e duri, potrebbero trattarsi anche di nono grado, mi piacerebbe tornare per un periodo di tempo più lungo (e condizioni climatiche favorevoli!) e dedicarmici con più impegno.
I miei compagni invece, i fratelli Silvaroli e Lucia D’Alonzo, hanno partecipato alla gara boulder. Emilio ha vinto, Luca e Lucia hanno chiuso la gara al 3° posto. Non male direi!!
Come sta andando in generale? Ti abbiamo visto crescere molto, ora puoi contare anche su uno sponsor importante come La Sportiva giusto?
L’arrampicata non è solo la mia passione, tutta la mia vita ruota attorno ad essa. Quest’estate, non appena sono tornato in Molise dopo un anno trascorso a Torino, ho salito una ventina di tiri duri a Frosolone, molte delle quali prime salite, e ultimamente mi sono dedicato alla chiodatura di una nuova falesia vicino casa: ci sono già 10 nuove vie con grandi possibilità di espandere i lavori ulteriormente. Inoltre come accennavo in precedenza, sono stati realizzati 2 video e innumerevoli foto in questi ultimi tempi, si tratta delle mie prime esperienze in questo “campo” e ringrazio Francesco Guerra per la sua disponibilità e grande voglia di fare.
Tra l’altro proprio nei giorni scorsi, ho realizzato il mio sito web che, oltre ad esporre la mia attività personale, spero diventi un punto di riferimento per valorizzare le falesie e i forti climbers locali. Inoltre diversi sono i progetti imminenti/futuri: nei primi mesi del 2019 uscirà la nuova guida del Molise edita con Versante Sud, con mio padre stiamo allestendo una palestra a Campobasso, il sogno di una vita per entrambi, ho nuovi progetti video sia con Francesco Guerra che con Daniele DP CLIMBING e stiamo chiodando una nuova falesia ad Oratino che potrebbe essere una valida alternativa a Frosolone.
In generale sta procedendo tutto per il meglio, l’arrampicata è prima di tutto dedizione, sacrificio e passione, le soddisfazioni sono una piccola parte di tutto questo. Posso dire che per quanto mi riguarda stanno finalmente prendendo luce anche queste ultime! Ogni giornata passata in falesia, ogni ora trascorsa ad allenarsi, ogni fatica compiuta per attrezzare una nuova via, in futuro danno i loro frutti, anche se l’ho sempre fatto unicamente per me stesso, mai per dimostrare qualcosa agli altri o per ottenere un qualsiasi tipo di riconoscimento esterno. E’ semplicemente ciò che amo e che più mi piace fare.
Avere un’azienda importante come LaSportiva che ti sponsorizza è fonte di grande soddisfazione, ci tengo a sottolineare anche il supporto importante di Salewa e Olimp, che negli ultimi tempi hanno investito e creduto in me. Non mi sarei mai aspettato qualcosa del genere, è come se si fosse realizzato un sogno.
Occorre dire però che, secondo il mio punto di vista, sponsorizzazione non è solo inviare materiale (per quanto sia già “tanto”) ma è anche seguire e far crescere l’atleta, investire in altro come partecipazione a eventi, finanziare trasferte, produzione di video e foto ecc. Questo è qualcosa che spero sia possibile realizzare in futuro, conscio di non essere “nessuno” e consapevole che forse “chiedo troppo”, però, come dicevo prima, l’arrampicata è la mia vita ed investo ogni energia in questa attività.
La tua attività però è giustamente focalizzata nella falesia di casa, Colle dell’Orso, di recente hai salito Re Kaioh, un tiro che valuti essere 8c+, parlaci di questa lunghezza.
Avevo da tempo intravisto un possibile traverso-collegamento tra le vie più difficili del Blocco S (Blocco Galactica), uno di quei pochi massi di Frosolone che strapiombano per tutto il loro sviluppo e con concentrazione di ottavi gradi uno di fianco all’altro. Quest’estate mi sono detto “perché non studiare ed attrezzare finalmente questa connessione?”. Così mi sono deciso e con 3 spit sono venute 3 nuove connessioni:
1) “Fuga dalla realtà” 8a+/8b: La più facile delle 3, percorre “Fuga da Galactica” fino al terzultimo spit, poi va verso sinistra e termina su “Fuga dalla Follia”.
2) “Pianeta di Re Kaioh” 8c+: Parte su “Enterprise” 8b/+, dopo aver fatto tutto il duro, traversa a sinistra verso “Fuga dalla Follia” (il traverso è la parte più dura della via) e poi termina su “Fuga dalla realtà”.
3) “Pianeta di Namek” 9a?: Identica alla precedente con la differenza che parte ancora più a destra, su “Liquid Sky” (vecchio grado 8b+, ora in seguito a tre ripetizioni 8c), percorrendo tutta la parte dura di entrambe le vie.
“Pianeta di Re Kaioh” è una delle vie più difficili di tutto il Sud Italia, i tiri dall’8c in su si contano sulle dita di una mano. Ovviamente io non ho grande esperienza su questi gradi, però avendo come riferimento le altre vie del masso, non era difficile definire il grado di questo tiro. Non è una via boulderosa, nemmeno di grande resistenza (il crux non arriva a 20 movimenti), se dovessi descriverla direi che consiste in 3 boulder uno di seguito all’altro, poi un riposo totale e per arrivare in catena occorre scalare un 8a+. E’ una via di dita, le prese sono difficili da tenere e alcune davvero dolorose, mi auguro che qualcuno venga a ripeterla al più presto.
Sono diverse le vie dure che attendono una prima ripetizione a Frosolone, come “Ultimo viaggio con Caronte L1+L2”, il mio primo 8c che ho salito nel 2015 e spero vengano presto provate e salite da altri climber. Probabilmente non serve nemmeno dirlo, ma la falesia di Frosolone è una delle migliori d’Italia per qualità di roccia e scenario, ma non è molto frequentata dai top climbers ed è un peccato perché oltre alle vie già liberate, ci sono tanti progetti duri che aspettano una prima salita!
Tuo papà e altri attivi local di Campobasso e non solo, sono tra i più attivi chiodatori della zona mentre tu attrezzi e liberi i tiri per i top climbers, quali sono le possibilità di questo spot? Quanto c’è ancora da scoprire?
Non è esattamente così, diciamo che non chiodo solo tiri di alta difficoltà e non sempre riesco a liberare i tiri che attrezzo! Oltre a mio padre Carmine, i locals più attivi nelle nostre zone e che ci tengo a menzionare per sottolineare il grande lavoro che svolgono e che hanno svolto in passato (spesso autofinanziato e perfino soggetto a critiche) sono Luigi Baratta e Riccardo Quaranta, con quest’ultimo stiamo realizzando la nuova guida delle falesie molisane. Ci tengo anche a ringraziare la casa editrice Versante Sud che, tramite il progetto “Books for bolts”, ci ha inviato prezioso materiale per la chiodatura di nuovi itinerari e la sistemazione di vecchie vie.
Il Molise ha grosse potenzialità dal punto di vista scalatorio. Le falesie già attrezzate, nella maggior parte dei casi, possono essere ulteriormente valorizzate e non sono sature in quanto a vie, basti pensare alla “Rocca di Oratino”, in cui sono presenti attualmente 30 linee con possibilità di attrezzarne almeno un centinaio. Tante sono inoltre le “Morge” (nel gergo molisano significa rocce, massi) sparse per la nostra piccola regione ma ancora vergini. Purtroppo la maggior parte degli scalatori locali (come un po’ dappertutto) non chioda e siamo davvero “4 gatti” a svolgere questo lavoro, per cui procede tutto molto lentamente, ma sono sicuro che con il tempo verranno fuori diversi posti interessanti e di importanza non solo regionale, così come è stato per Frosolone.
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Intevista Stefano Michelin