Basta impianti! - Up-Climbing

Basta impianti!

Sulla Marmolada si è tenuto ieri un flash mob alpinistico per dire “Basta impianti” e invitare a riflettere sullo sviluppo sostenibile.

Due gruppi di alpinisti si sono ritrovati sulla cima del Col de Bousc e in prossimità della ex cabinovia di Pian dei Fiacconi: poche persone per evitare il rischio di assembramenti in questo periodo di emergenza sanitaria. Il messaggio trasmesso, tramite l’esposizione di striscioni sulle rocce della Marmolada, è semplice: «Fermiamo lo sfruttamento indiscriminato delle montagne, non costruiamo nuovi impianti di risalita».

Da sempre la Regina delle Dolomiti è stata una montagna simbolo del patrimonio naturalistico italiano, amata e conosciuta in tutto il mondo. Dopo settant’anni anni la Marmolada trentina si ritrova senza impianti di risalita e gli organizzatori di questa manifestazione sottolineano la necessità di puntare a un nuovo modello turistico alternativo a quello del turismo di massa.

Alla luce del cambiamento di tendenza delle richieste turistiche, il mercato sciistico negli ultimi anni è in lento ma continuo declino, anche a fronte di un aumento dei costi di manutenzione (innevamento, bacini artificiali). Dati di fatto che devono far riflettere, specialmente nel contesto del cambiamento climatico. Il desiderio dei turisti di stare a contatto con la natura e con la cultura del luogo in cui hanno deciso di trascorrere le loro vacanze è al contrario sempre crescente.

Il progetto del Carosello in Marmolada, con il collegamento di Passo Fedaia a Sass Bianchet e un eventuale collegamento Trentino-Veneto, rappresenta un rischio per l’ambiente che non può essere ignorato, sottolineano gli organizzatori, tutti imprenditori, guide alpine, professionisti o semplici amanti della montagna: «Pensiamo sia indispensabile costruire un progetto turistico sostenibile per la salvaguardia e la valorizzazione della Marmolada. Sostenibilità ambientale, economica e sociale sono le linee guida per un progetto di riqualificazione turistica volta alla valorizzazione delle risorse ambientali, naturalistiche e storico-culturali, in una chiave di lettura esperienziale».

«Così come la Marmolada è stata 70 anni fa la pioniera del turismo di massa con gli impianti di risalita, ora può tornare ad essere capofila di un nuovo modello basato su una logica di sviluppo a lungo termine che tiene conto della valorizzazione del nostro patrimonio culturale, la conservazione e il rispetto dell’ambiente, mantenendo intatta l’attrattività dei luoghi di questo patrimonio mondiale dell’umanità».

Dallo studio del MUSE “Verso un turismo sostenibile per l’area della Marmolada” è emerso come il bacino di utenza turistica presenti già una dotazione di piste e impianti completa, sia per tipologia che per posizione, e come le infrastrutture impiantistiche esistenti non vengano utilizzate al pieno delle proprie potenzialità.

«Immaginiamo un progetto condiviso, grazie alla collaborazione attiva di protagonisti come la Sat, il Muse, gli operatori locali, le guide alpine, la comunità fassana e le istituzioni, le associazioni ambientaliste, l’istituto ladino di Fassa, assieme a tutti coloro che vorranno portare la loro esperienza a un progetto veramente innovativo. Pensiamo che il futuro del turismo in montagna debba cambiare strada, rendendo efficienti gli impianti esistenti e diversificando l’offerta turistica».

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