Cambiamenti climatici e ghiacciai - Up-Climbing

Cambiamenti climatici e ghiacciai

Cambiamenti climatici e ghiacciai: un rapporto scientifico pubblicato nel mese di ottobre scorso fornisce alcune informazioni sull’evoluzione prevista nelle Alpi.

Il rapport, intitolato “Impacts du changement climatique et transition(s) dans les Alpes du Sud”, è stato redatto dal Groupe régional d’experts sur le climat en région Provence-Alpes-Côte d’Azur (GREC-SUD). Si tratta innanzitutto dei massicci montuosi delle regioni sud occidentali delle Alpi (tra i più noti a livello internazionale, gli Écrins) ma non solo. Il rapporto completo con grafici e statistiche (lingua originale) è scaricabile qui.

Tra le numerose informazioni contenute nel rapporto, è possibile evidenziare alcune affermazioni importanti. Innanzitutto riguardo il futuro dei ghiacciai: “I ghiacciai alpini attualmente privi di zone d’accumulo superiori ai 3500 m d’altezza sono destinati a scomparire entro la fine del XXI secolo. Nel massiccio degli Écrins, su 256 ghiacciai o frammenti di ghiacciai (frammentazione favorita dallo stesso ritiro dei ghiacciai), solo 25 si trovano a una quota superiore a questa soglia. È quindi molto probabile che solo questi ultimi siano ancora presenti alla fine del secolo”.

Un’altra notizia piuttosto allarmante riguarda l’evoluzione dei cambiamenti non solo sul territorio, ma anche sulla fauna. Le stesse marmotte, animale-simbolo delle Alpi, subiscono negativamente l’aumento delle temperature, la riduzione della copertura nevosa e le conseguenti alterazioni sul loro ciclo di vita, specialmente nel periodo di letargo invernale. “Grazie a uno studio iniziato nel 1990 sulla popolazione [di marmotte] della Riserva Naturale della Grande Sassière (Savoie, F), è stato messo in evidenza che la numerosità delle cucciolate declina costantemente a causa della riduzione della copertura nevosa invernale, che accentua il freddo all’interno delle tane”.

Al presente stadio del cambiamento in atto, le azioni più urgenti riguardano l’adattamento. A questo proposito lo studio evidenzia come l’alpinismo sia già attivo in questo senso. Le guide alpine e i gestori di rifugi sono dei veri e propri “pionieri” dell’adattamento: “il cambiamento climatico in alta montagna è più marcato che in fondovalle” e i professionisti della montagna sono costretti già da anni a fare del loro meglio per risolvere i problemi legati ai cambiamenti in atto (ricerca di nuovi accessi, nuovi itinerari, messa in sicurezza…).

Fonti: rapporto GREC sulle Alpi del Sud (vedere link sopra) e www.montagnes-magazine.com

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