04 Giu Circus Everest
Notizie interessanti giungono con frequenza dalla montagna più alta del pianeta. Da tempo è costume telefonare con l’apparecchio satellitare dalla cima per informare in tempo reale parenti e sponsor dell’evento (la prima telefonata da 8848 metri risale al 2007), ma nei giorni scorsi una guida britannica con un telefono 3G ha inviato il primo messaggio via Twitter per dare atto della sua riuscita.
Insomma l’Everest non è più un luogo isolato, almeno per quanto riguarda la comunicazione, come lo sono spesso ampie porzioni delle Alpi.
Come negli anni scorsi, è stato steso un sistema di corde fisse che permettono di arrivare in vetta senza nemmeno l’utilizzo delle piccozze, almeno così ha fatto Ueli Steck che ha utilizzato due bastoncini da fondo e ha detto che più che di scalare si trattava di camminare. In uno dei punti più critici sotto la cima (Second Step) è stata posta pure una scala.
In ogni caso alcune giornate (20 maggio) hanno visto decine di persone sul tetto del mondo con aiuto di ossigeno e sherpa. La differenza tra l’utilizzo o meno del prezioso gas è fondamentale tanto che un fuoriclasse del calibro di Steck, in forma strepitosa, ha fatto dietro-front a soli 100m dalla vetta per il freddo esagerato che gli avrebbe procurato seri congelamenti alle dita dei piedi. L’ossigeno supplementare aiuta infatti nella progressione, ma anche nella difesa dall’ipotermia.
Ma veniamo alle cifre da record: oltre alla già citata scalata dell’Everest e Lhotse in 21 ore da parte della guida americana Michael Horst, si segnala Apa Sherpa, 51 anni, che ha toccato la cima per la 21esima volta in 21 anni e la performance di George Atkinson, londinese di anni 16 e 362 giorni che, giungendo in vetta (con O2 e sherpa al seguito) il 26 maggio, ha concluso il giro delle cosiddette Seven Summit, facendo cadere il record del più giovane sulla vetta più alta di ogni continente, detenuto dall’ americano Johnny Collinson (17 anni e 296 giorni).
Tra l’alpinistico e l’aviatorio è il grande exploit di Babu Sunuwar e Lakpa Tshering Sherpa che saliti il 21 maggio scorso con l’aiuto di 2 compagni nepalesi al top di 8848m (Lakpa senza O2 supplementare da 7900m in su) sono poi decollati con un parapendio biposto che, sospinto dall’aria, ha guadagnato circa 30 metri sopra la sommità per poi percorrere 31 km di distanza ed atterrare a Namche Bazar.(Fonte Explorersweb)