I Ragni in Patagonia - Up-Climbing

I Ragni in Patagonia

Dopo una buona “finestra” di bel tempo i Ragni di Lecco fanno un primo bilancio delle proprie attività in Patagonia.

Il primo dei Ragni ad entrare in azione è stato Luca Moroni che, con l’amico Leonardo Gheza, ha realizzato nei giorni scorsi una bella cavalcata dall’Aguja Guillaumet al Pilastro Goretta del Fitz Roy, passando per la cima dell’Aguja Mermoz.

«La nostra idea era di sfruttare il più possibile questi giorni di tempo stabile e vivere un’avventura nel posto che più ci sta a cuore» racconta Luca Moroni. «Abbiamo vissuto tre giorni intensi, riuscendo a concatenare la via Brenner-Moschioni alla Aguja Guillaumet per poi proseguire per la via Argentina alla Mermoz, ridiscendere e infine arrivare in cima al Pilastro Goretta per la via Casarotto. Le condizioni non erano affatto buone e lo sapevamo ma abbiamo voluto andare lo stesso perché questo giro ci aveva fatto sognare e volevamo provarci lo stesso. Oltre alle cattive condizioni, durante la notte del secondo bivacco ci ha sorpreso una nevicata che ci ha bagnato completamente i sacchi a pelo. Alla fine in cima al Pilastro Goretta abbiamo dovuto prendere una decisione e abbiamo scelto di calarci, vedendo sfumare la cima del Fitz Roy ma consapevoli di aver preso la scelta giusta e portandoci a casa una grande esperienza da utilizzare per progetti futuri».

La “ventana” (finestra di bel tempo di più giorni) di questa prima metà di febbraio è stata sfruttata nel migliore dei modi anche dai Ragni Matteo Della Bordella e Matteo Bernasconi, arrivati da poco in Patagonia con il compagno Matteo Pasquetto.

Il loro obiettivo principale, come già annunciato, è la realizzazione della prima salita in stile alpino della parete est del Cerro Torre lungo il “Diedro degli Inglesi”, già tentata lo scorso anno da Della Bordella e Pasquetto. Le condizioni della parete però non consentono ancora di effettuare il tentativo, quindi i tre hanno sfruttato le giornate di bel tempo aprendo “Il dado è tratto”, una nuova via sull’Aguja Standhardt, la più “piccola” delle cime del gruppo del Cerro Torre.

Matteo Della Bordella racconta: «Era già qualche anno che ero stato incuriosito da una linea sull’Aguja Standhardt, che sembrava non essere mai stata salita. La linea da me immaginata saliva l’evidente spigolo Nord di questa montagna, parallelamente e a un centinaio di metri di distanza rispetto alla via “Festerville”. Quando ho proposto l’idea ai miei amici hanno subito risposto con entusiasmo e così abbiamo colto l’occasione al volo. Ne è uscita una linea di qualità anche superiore a quella che avevo immaginato! La via segue un sistema di fessure logicissimo ed i tiri scorrono uno dopo l’altro in maniera spettacolare… indimenticabile è il diedro strapiombante a metà della via solcato da una fessura perfetta lunga 100 metri con decine di metri di fila di incastro di mano! La parte alta della via si è rivelata più facile ma non meno bella e, dopo un gelido ma spettacolare bivacco sotto la prima “punta” della Standhardt, abbiamo raggiunto la cima vera e propria la mattina dell’8 febbraio. Proprio in cima abbiamo incontrato gli amici belgi Nicolas Favresse e Sean Villanueva, anche loro avevano aperto una nuova e difficile via in un’altra zona della nostra stessa montagna… un momento bellissimo. Dopo Cerro Torre e Torre Egger, ora anche la sorellina minore, ovvero l’Aguja Standhardt ha una via aperta dai Ragni di Lecco».

Nel frattempo le pareti del Torre si sono liberate di gran parte del ghiaccio che le ricopriva, quindi ora le condizioni potrebbero essere buone per il principale obiettivo che i “tre Mattei” si sono posti.

Fonte: Ragni di Lecco.

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