16 Ott Nuova via all’Eran Peak
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News G/M
by ricky
Nel mese di agosto scorso Emanuele Andreozzi e Paolo Valentini hanno aperto una nuova via all’Eran Peak (Rupal Valley, Pakistan).
Come racconta Emanuele Andreozzi, si è trattato di «una spedizione veramente piccola, composta da noi due soli. Nessun’altra spedizione alpinistica era presente nella valle, neanche sul Nanga Parbat. Cuoco, aiuto cuoco e ufficiale di collegamento rimanevano al campo base ad aspettarci, mentre noi ci muovevamo in stile alpino, lasciando la montagna pulita come l’abbiamo trovata».
La Rupal Valley, dove si trovava il campo base, offre tantissime possibilità di salire vette di 5000 e 6000 metri.
«La cima che ci attirava di più era l’Eran Peak per la sua caratteristica forma a piramide. Le informazioni su quella montagna erano e sono tutt’ora poche e contraddittorie, a partire dal nome. Sulle mappe generalmente è riportato Eran Peak, ma i locali la chiamano Shaigiri, quando invece sulle cartine ufficiali tale nome è attribuito a una vetta inviolata di circa 6.200 metri subito lì accanto. Anche la quota esatta non è chiara, infatti l’altimetro di Reinhold e Günther Messner – primi salitori assoluti della vetta nel 1970 – segnava 6.022 m, mentre ai giapponesi 5.750 e ai polacchi 5.950 m.
Il 20 agosto abbiamo lasciato il campo base, sistemando la nostra tenda da bivacco a una quota di circa 4.400 metri nella Shaigiri Valley, una lunga valle laterale della Rupal Valley. Sopra di noi avevamo il versante sud-ovest dell’Eran Peak, il più ripido della montagna. La nostra idea di salita era nettamente più a destra rispetto alla linea dei fratelli Messner, che avevano scalato la linea più logica e debole del versante. Siamo partiti così la mattina del 21 agosto a notte fonda, all’incirca all’1.40, leggerissimi e senza materiale da bivacco, contando di salire e scendere in giornata.
Dopo aver superato una facile barriera rocciosa, ci siamo trovati di fronte una grande seraccata. Ci siamo legati e l’abbiamo superata al centro, nel punto più debole e sicuro. La salita proseguiva logicamente per una serie di canali, solo raramente ci siamo trovati su facile terreno roccioso.
La presenza di numerose pietre conficcate nella neve e nel ghiaccio ci ha fatto capire chiaramente come, con il calore del giorno, non fosse il caso di trovarsi da quelle parti.
All’alba avevamo quasi raggiunto la cresta sommitale, dunque fuori dal pericolo di scariche. La nostra strategia di salire leggeri ci aveva ripagati, con uno zaino pesante infatti non saremmo riusciti ad arrivare in tempo utile fuori dalla parete.
In cresta lo spettacolo era indescrivibile: davanti a noi, 300 metri più alto, c’era la candida vetta dell’Eran Peak, appuntita e affilata, mentre dietro di noi l’immensa parete Rupal del Nanga Parbat, la Mazeno Ridge e una serie infinita di altre montagne.
Il cielo era terso. In cresta il terreno si manteneva abbastanza ripido, fino a 60 gradi di pendenza. Inoltre, vista la stagione particolarmente secca, c’era un ghiaccio nero e duro come il cemento, coperto giusto da una spolverata inconsistente di neve fresca caduta nei giorni precedenti.
In vetta, la soddisfazione di aver aperto una via nuova di 1000 metri su questa impegnativa parete con il pensiero rivolto però già alla discesa. Ma tutto è andato per il verso giusto: sul duro ghiaccio della cresta le viti lavoravano egregiamente, il resto lo ha fatto il meteo. Nel frattempo infatti le nuvole avevano coperto il sole e il caldo era sparito, permettendoci alla fine di scendere lungo la via di salita senza alcun rischio di scariche.»
Successivamente i due alpinisti si sono dedicati all’esplorazione della valle che la Parete Rupal del Nanga Parbat. Paolo ha percorso interamente la valle fino fino al Mazeno Pass (circa 5.400 m di quota), scoprendo diverse bellissime montagne, anche inviolate. Emanuele è salito e sceso da solo e in giornata lungo i primi 2.000 metri della parete Rupal del Nanga Parbat, lungo la via dei fratelli Messner. «Non avendo acquistato il permesso di scalata per il Nnaga Parbat, non potevamo tentarne la salita, ma salendone una parte, abbiamo raccolto tantissime informazioni utili magari per una futura spedizione».
Informazioni e immagini fornite da Emanuele Andreozzi.