Nuova via all'isola di Baffin - Up-Climbing

Nuova via all’isola di Baffin

 
Gli spagnoli David Palmada “Pelut” e Josep Maria Esquirol hanno aperto un nuova via su una montagna mai scalata nell’isola di Baffin nella Stewart Valley a una mezza giornata di distanza in moto slitta da Clyde River.
David Palmada è specializzato nell’arrampicata artificiale estrema; l’anno scorso è riuscito nella prima invernale di ‘Vivencias en solitario’ al Naranjo de Bulnes. Josep Maria Esquirol è alpinista polivalente con esperienza su tutti i terreni e molte prime alle spalle. Lo scorso inverno erano stati entrambi premiati dalla Federación Española de Deportes de Montaña y Escalada, il primo appunto per  Oyu Peligro – la prima proposta di A6+,  il secondo per la salita in solitaria invernale in giornata dei tre muri di Gavarnie.
 
In tutta la Stewart valley le vie aperte sono forse dieci, anche se questa primavera ben due cordate hanno realizzato in zona nuove ascensioni: gli inglesi Stuart McAleese, Mark Thomas e Mike "Twid" Turner con la via Arctic Monkeys e i due spagnoli.
 
Le condizioni che Palmada e Esquirol hanno dovuto affrontare sono risultate molto dure.
“In 40 giorni che siamo stati in Baffin, abbiamo avuto solo sole per due giorni al campo base e due in parete. Per il resto, vento, neve e con temperature fino a -20 º C … uno schifo!. ": fedele al suo stile diretto, David Palmada Pelut riassume così la sua avventura.
 
Il risultato della loro impresa si chiama Sensacions, una via C4, M6, 6c +, 60 ° lunga 1.800/2.000 metri.
 
Mirror Wall è il nome dato alla parete e Punta Genciana e Punta del Peluts quelli dati alle due punte con le quali termina la montagna che hanno scalato.
 
Secondo i due alpinisti "il luogo è brutale, disumano e remoto, sul bordo meridionale di un lago ghiacciato…  la motoslitta ti lascia lì con zaini e ti avvertono che non vi è alcuna possibilità di essere soccorsi. Ci hanno dato un fucile da caccia nel caso in cui ci fossimo imbattuti in un orso, anche se è raro vederli lì … ma hanno dimenticato le palle! "
 
La prima intenzione degli spagnoli  era quella di aprire una via sulla parte centrale  del muro, ma dopo aver scoperto che era praticamente impossibile, hanno deciso di passare alla linea di fessure più evidente a sinistra della parete. «Siamo rimasti un totale di 20 giorni sulla montagna , abbiamo installato sei volte la portaledge  e alla fine abbiamo avuto bisogno di una intera giornata per le doppie”.
 
L’itinerario aperto si presenta molto vario e interessante: “una linea che ha tutto: non è big wall duro e puro, la parete al centro era più verticale, ma questa ha un sistema di fessure,  si può scalare in libera e in artificiale e i tiri finali sono di misto: manca solo una cascata di ghiaccio a metà !", aggiunge Esquirol. Ma la sfida più grande non sono stati i gradi ma la logistica.
Alla fine, però, sono riusciti ad arrivare in cima " con una fitta nebbia, per cui non vedevamo nulla", sottolinea Pelut.
 
Meritato riposo una volta alla base? No, perchè la neve si era trasformata in un caos di ghiaccio e di rocce e ci sono voluti 5 giorni per trasportare 300kg di materiale al punto di raccolta con la motoslitta sulla spiaggia…
"La verità è che non ci tornerò, devi essere molto malato per tornare lì! " conclude Palmada.
 
Fonte e foto:  Desnivel
 
 
 
 
 
 

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