Nuove linee nella falesia di ghiaccio della Val Brenta - Up-Climbing

Nuove linee nella falesia di ghiaccio della Val Brenta

Nel mese di febbraio Matteo Rivadossi e Simone Monecchi hanno completato l’apertura di alcune nuove linee nella falesia di ghiaccio della Val Brenta.

Dopo “La Faccia Scura della Luna” (5 febbraio) i due hanno tracciato e attrezzato la “Variante Apollo 11”, un’alternativa diretta, esposta e psicologica, alla celeberrima “Sotto gli Occhi della Luna” (R. Parolari, N. Tondini, 2002). Il tiro chiave della variante, pur non superando la difficoltà di M7+, richiede buona capacità nel proteggersi e nell’arrampicare lontani dalle protezioni.

A fine mese è arrivata anche “Houston: abbiamo un problema!”, una linea di misto moderno che corre parallela a “La Faccia scura della Luna”, con la quale condivide la prima sosta e metà dell’ultimo muro ghiacciato. Come la precedente, offre tratti di ghiaccio su ogni lunghezza e un’arrampicata assai completa e remunerativa.

 

Dolomiti di Brenta, Alpi Retiche meridionali (Trentino-Alto Adige)
Falesia di ghiaccio della Val Brenta

Accesso: da S. Antonio di Mavignola (TN) prendere la deviazione per la Val Brenta e parcheggiare nei pressi della sbarra. Continuare a piedi lungo la pista che si inoltra in Val Brenta. Poco prima della teleferica del Rifugio Brentei attraversare il torrente e raggiungere la falesia puntando alle evidenti colate (50’).

 

1. “Variante Apollo 11”
M. Rivadossi, S. Monecchi, 16 febbraio 2020
90 m, M7+, WI5+

 

Materiale: classico da ghiaccio e misto moderno, qualche rinvio, serie completa di friends (fino al 3 BD). La via è attrezzata con placchette e fix da 10 mm e un chiodo, 2 soste a fix da 10 mm e 1 sosta su albero.

Relazione:

L1: in comune con “Sotto gli Occhi della Luna”. Facile lunghezza su ghiaccio. Sosta attrezzata su fix con catena e moschettone. WI3, 30 m;

L2: tiro chiave, particolarmente aleatorio se scalato integralmente con le picche. Un vecchio spit da 10 mm non basta a proteggere i primi movimenti in strapiombo dall’eventuale caduta sulla cengia sottostante. Seguono 10 m lungo fessura a friends con hook spesso rovesci e obliqui (M7+). Un sospiro al primo dei tre spit, consecutivi ma lontani, inaugura la seconda metà del tiro che presenta qualche tratto ghiacciato (M7 continuo) fino alla nicchia di sosta (3 fix, di cui 2 con maillon). 30 m;

L3: dalla nicchia di sosta traversare a dx verso il bordo del muro superiore di ghiaccio di “Sotto gli Occhi…”, spesso conformato a petali (WI5/5+). Sosta su albero con cordone e maglia rapida. 30 m.

Discesa: due comode doppie da 30 e 50 m.

 

2. “Houston: abbiamo un problema!”
M. Rivadossi, S. Monecchi, 28 febbraio 2020
105 m, M8, WI5, IV in roccia

 

Materiale: classico da ghiaccio e misto moderno, viti (anche corte), 8 rinvii, friends piccoli e medi. La via è attrezzata con 10 placchette e fix inox da 10 mm e un chiodo, 2 soste a fix da 10 mm e 1 sosta su albero.

Relazione:

L1: primo tiro in comune con “The Day After”, la prima colonna ghiacciata da dx. Tatto su ghiaccio (WI5-) poi spostamento a sx su diedro in roccia (IV). Sosta attrezzata su fix con catena e moschettone, 35 m;

L2: tiro chiave: seguire la fessura verso dx dapprima strapiombante (M8) poi verticale (M7) fino a superare una stalattite di ghiaccio. L’ultimo tratto (M6) conduce sulla cengia di sosta. Lungo il tiro 8 fix da 10 mm. Sosta su 2 fix con maillon, 30 m;

L3: dalla sosta alzarsi lungo un diedro strapiombante (M6+) per uscire traversando a sx lungo un diedro coricato, a tratti ghiacciato (M5+), fino a raggiungere diagonalmente il muro ghiacciato de “La Faccia Scura della Luna” (WI5). Sul tiro 2 fix e 1 chiodo. Sosta su alberi con cordone e maglia rapida, 40 m.

Discesa: due comode doppie da 35 e 50 m.

 

Informazioni e immagini: Matteo Rivadossi.

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