Petites Jorasses parete sud - Up-Climbing

Petites Jorasses parete sud

 
Le Petites Jorasses come dice il nome sono piccine in confronto alle le più imponenti dirimpettaie Grandes Jorasses, ma in ogni caso, sia da nord che da sud hanno un aspetto attraente e sulle loro pareti si sviluppano itinerari di notevole interesse.
Uno di questi è la via che Walter Bonatti e Pierre Mazeaud tracciarono nel 1962 e che risolve in modo logico il problema della splendida parete meridionale.
Federico Oggioni con Leonardo Ermini Tommaso Castorina e Nicola Andreini ha ripetuto la via nei giorni scorsi e ci ha inviato un report corredato da immagini invitanti.
 
 
All’inizio di ogni salita, l’alpinista scrupoloso, oltre a controllare il materiale dovrebbe ripetere a se stesso e ai propri amici il comando perentorio che “rubo” ad una pagina di Twight:
“Tornate vivi, tornate amici ed arrivate in cima. Fate tutto questo nell’ordine esatto in cui ve lo dico”.
Per noi moderni scanzonati suona roboante e fuori moda, ma immaginatevi la stessa frase riferita a Walter Bonatti e Pierre Mazeaud ad un anno di distanza dalla tragedia del Freney (1961).
 
Di nuovo sul Bianco, di nuovo insieme, con il vivo ricordo degli amici solo fisicamente scomparsi e verso la realizzazione della prima salita del versante sud-est delle Petites Jorasses (lo spigolo sud, infatti era stato salito nel 1935 dalla cordata Rivero-Castelli).
 
Avvistano dal ghiacciaio un evidente ed elegante diedro che ben si delinea nella spezzettata geometria della parete. E con due giorni di scalata giungono in vetta, consegnandoci una salita bellissima, spettacolare e sostenuta che ci emoziona oggi (fatte le debite proporzioni) come fece con i due grandi interpreti allora.
 
Adesso i più preparati possono percorrere l’itinerario completamente in arrampicata libera, se possiedono il 6c a vista in quota. Per tutti gli altri s’impone una salita in artificiale non particolarmente faticosa e pure sicura grazie al fatto che la fessura del terzo tiro del diedro centrale accetta e trattiene almeno tre “friends”. Oltre al nostalgico cuneo in legno di Bonatti e Mazeaud ed a un nostro dado rimasto in loco.
 
Successivamente la salita non perde di interesse, la roccia rimane ottima e l’ambiente maestoso, soprattutto se inondato dal sole e sotto un terso cielo come la fortuna ha riservato alla nostra scalata.
 
Probabilmente i primi salitori sono usciti verso la vetta su misto, ora, a causa dei noti mutamenti climatici, non è più possibile. Al termine del nevaio diagonale, dopo un traverso su roccia instabile, si incontra già un ancoraggio per le doppie. Oppure si prosegue verso sinistra per salire, sempre tendendo a sinistra la variante dei diedri della “Manera”, poi incontrando la cresta ed alla sommità di questa l’inizio della linea di calata.
 
Le doppie sono tutte su soste a fix, comode e veloci, per i più scrupolosi si consiglia di sostituire qualche cordino di collegamento che risulta usurato (noi ne abbiamo sostituiti due). L’ultima se si piega verso sinistra, faccia a monte, e si passa un rinvio, riporta proprio sopra gli zaini lasciati alla terminale.
 
Si consiglia di procedere in sicurezza, all’andata e al ritorno, sul ghiacciaio. All’andata per raggiungere il bivacco “Giusto Gervasutti” conviene non attaccare direttamente l’isolotto roccioso sul quale sorge (passi delicati e corde fisse in loco), ma di girare da dietro, in alto e raggiungerlo così dal sopra, ometti segnavia presenti.
 
Abbandonando e riguadagnando la valle potrebbe essere problematico guadare gli impetuosi ruscelli di fusione glaciale. Abbiamo lasciato evidenti ometti segnavia su i passaggi da noi utilizzati per passare senza bagnarsi i piedi.
 
Oltre alla Bonatti-Mazeaud ed alla classica Rivero-Castelli, il versante italiano delle Petit Jorasses, è ricco di itinerari moderni molto belli e sostenuti:
·         via Gargantua, ED- (6c+ – 6b obbl.) M.Piola-G.Hopfgartner 1990, 350 m
·         via Pure e Dure, ED+ (7a – 6c obbl.) M.Motto-R.Vogler 1993, 300 m
·         via Pantagruel, ED+ (7b – 6b+ obbl.) M. Piola-D.Anker-B.Robert 1993, 450 m
·         via Piano, sano e lontano ED (6c+ – 6c obbl.) M.Motto-R.Vogler-G. Predan 1993, 420 m
·         via Manera/Meneghin ED- (6b/A1) U.Manera e I.Meneghin 1980 400m
·         via Steve Monk TD+   C.Giorda, T.Gallo e G.Ghigo 350m
·         via Rivero o della Cresta sud D (V grado/neve) A.Castelli e M.Rivero 1935 400m
 
Base di partenza per tutte le vie è il bivacco Gervasutti (4:30 h ca. da Lavachey), ben tenuto e con ogni comfort (c’è anche la luce!). Ci sono 5 posti letto. Si raccomanda di tenere pulito e riportare sempre i propri rifiuti a valle!
 
Il bivacco serve anche come partenza per la cresta Des Hirondelles, l’imponente parete Est delle Grandes Jorasses, l’Aiguille Leschaux ed il Mont Gruetta
 
Fonte e foto: Federico Oggioni
 

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