
29 Lug Traversata della Meije in 4h38’ per Benjamin Védrines
Benjamin Védrines ha realizzato la classicissima Traversata della Meije in 4h38’.
Un’impresa incredibile, specie per chi conosce la via: lunga, varia, con tratti sostenuti –anche se su difficoltà moderate, IV classico- e delicati. Ma occorre specificare che questo tempo da “mutante” tiene conto anche del complicato avvicinamento (da La Grave per lo sperone roccioso chiamato Les Enfetchores, valicando la Brèche de la Meije) e dell’interminabile discesa lungo il Glacier du Tabouchet e sui pendii pietrosi, poco tracciati, che piombano sul pont des Brebis. Per finire con il ritorno in fondovalle fino a La Grave.
Védrines parte dalla chiesa di La Grave alle 9 del mattino. Raggiunge e risale Les Enfetchores (II e pass. III) in massima velocità anche grazie alle buone condizioni della roccia, ben asciutta. Condizioni favorevoli anche a monte, con il Glacier de la Meije ben tracciato e la terminale della Brèche de la Meije superabile facilmente. La Traversata della Meije, resa delicata da una frana che si è prodotta nel 2018 sopra il Glacier Carré, è fattibile in sicurezza solo quando le condizioni della neve sono buone, come in questo inizio di stagione.
La guida arriva al Refuge du Promontoire alle 10:49. Qui fa una pausa di 5’ ma, invece di mangiare il dolce fatto in casa e il pane e formaggio offerti dai gestori, si lancia sulle barrette: «Quando i tuoi polmoni vanno a fuoco non puoi mangiare roba buona»!
Dal rifugio Védrines affronta l’Arête du Promontoire, ovvero la storica normale al Grand Pic de la Meije, che raggiunge alle 11:49.
Al Grand Pic ha inizio la traversata delle creste della Meije che comprende alcune doppie, un severo tratto su ghiaccio “attrezzato” con un cavo metallico, molta arrampicata facile in saliscendi sul filo di cresta. Védrines non fa calate e sale sul ghiaccio con le scarpe da trail. «Salto di blocco in blocco, scendo arrampicando, scalo e, finalmente, il Doigt de Dieu!», quest’ultimo raggiunto alle 12:11. Qui «ha inizio il vero dolore, perché occorre scendere per 2600 m di dislivello negativo!».
Alle 13:38 la cavalcata di Benjamin Védrines si conclude presso il punto di partenza. «L’arrivo a La Grave l’ho fatto, se si può dire, in ginocchio!». Meno male, penseranno gli alpinisti “normali”, che alla fine è riuscito a stancarsi!
Fonte: pagina facebook dell’atleta.