Viaggio nella Storia dell'Alpinismo - Up-Climbing

Viaggio nella Storia dell’Alpinismo

Tre podcast di Climbing Radio per raccontarvi le tappe fondamentali nell’evoluzione dell’alpinismo

Vieni in via con me, il programma di Climbing Radio dedicato alle vie lunghe, “riavvolge il nastro” per accompagnarvi in un viaggio alla scoperta della storia dell’alpinismo. Will dei Sass Balòss, alias Matteo Bertolotti, propone tre puntate (disponibili in podcast su climbingradio.it o Spotify) per raccontare gli aneddoti, i fatti, le tecniche, le attrezzature e i protagonisti che hanno portato alla conquista di montagne sempre più alte e complesse, delle Alpi fino alle gradi cime dell’Himalaya e del resto del mondo.

Ivano Dibona, foto Archivio Scoiattoli di Cortina

Partendo molto indietro nel tempo, grazie al ritrovamento della mummia di Ötzi, sappiamo che già più di 5000 anni fa l’uomo si era posto il problema di come affrontare l’ambiente ostile dell’alta montagna. Molto prima della conquista del Monte Bianco si hanno testimonianze scritte dell’esplorazione delle montagne, a partire, per esempio, dalla salita del Monte Ventoso da parte di Francesco Petrarca. La conquista del Monte Bianco segna poi l’inizio di una prima fase di esplorazioni e ascensioni delle vie normali, che va dal 1786 al 1865, data della conquista del Cervino da parte di Edward Whymper, Michel Croz e altri compagni. Nello stesso giorno viene salito lo Sperone della Brenva: non più la conquista della cima, ma la salita di una parete, approccio che caratterizzerà la seconda fase della storia dell’alpinismo fino ai primi anni del ‘900. In questo periodo vengono sfidate le diverse strutture rocciose delle pareti: fessure, diedri, camini… con tecniche ancora rudimentali di assicurazione. La scena si sposta dalle Alpi Occidentali a quelle Orientali, in Dolomiti, e vede protagonisti personaggi come Georg Winkler e Albert Frederick Mummery, precursore dell’arrampicata libera: qui termina la prima puntata dei podcast dedicati alla Storia dell’Alpinismo.

L’introduzione di chiodi, corde, ramponi, pedule morbide, intorno agli anni ’10 del ‘900, porta a un’evoluzione dell’alpinismo che entra in una nuova fase, quella della ricerca delle difficoltà, raccontata nella seconda puntata del podcast. Emergono alpinisti e arrampicatori notevoli, come Angelo Dibona, Tita Piaz, Paul Preuss e Hans Dülfer, che, raggiungendo difficoltà fino al V+, aprono le porte al VI grado della salita simbolo alla parete Nord-Ovest del Civetta. Negli anni ’30, Emilio Comici dà un ulteriore impulso con l’introduzione di nuove tecniche di progressione, mentre nel lecchese emerge la figura di Riccardo Cassin che compirà numerose salite importanti nelle Alpi e in Himalaya.

Con il dopoguerra si apre la quarta fase (e anche la terza puntata del podcast), quella delle “direttissime“, un’epoca in cui la parola “impossibile” perde di significato perché le tecniche di salita in artificiale permettono di risalire le pareti “a goccia d’acqua”. Accanto a queste imprese, iniziano una serie di ripetizioni e di prime invernali che caratterizzeranno l’alpinismo fino agli anni ’60. Tra i grandi alpinisti dell’epoca non è possibile non citare Hermann Buhl e Walter Bonatti, che con la salita della parete Nord del Cervino dà il via a una nuova dimensione dell’alpinismo. L’esplorazione si sposta in Himalaya sugli ottomila, dove si ripetono le stesse fasi che si erano succedute sulle Alpi. Nel 1968 Reinhold Messner scrive il famoso articolo che teorizza l'”assassinio dell’impossibile”…

Tra il ’60 e l’80 inizia la quinta fase, quella del Nuovo Mattino: un periodo di rivoluzioni tecniche, etiche e linguistiche. Entrano in scena il free climbing, il clean climbing, le protezioni veloci, nasce il boulder, vengono introdotti l’allenamento, un nuovo modo di vestire, le moderne scarpette d’arrampicata… Alla “Lotta con l’Alpe” si sostituisce la “Pace con l’Alpe“.

Nel 1981 nasce una via simbolo sulla parete Sud della Marmolada: la Via attraverso il Pesce, che raggiunge difficoltà eccezionali fino al VII grado superiore. In seguito all’apertura di questa via fa l’ingresso nella storia dell’arrampicata lo spit, una novità che porta con sé aspetti positivi e negativi, ma indubbiamente sarà un mezzo prezioso per spingere oltre il limite dell’arrampicata libera. Nascono così le falesie, l’arrampicata sportiva e le prime, controverse, gare d’arrampicata.

Il livello si innalza e compaiono sulla scena nuove figure capaci di portare l’alta difficoltà e nuovi stili di apertura in montagna.

Chiudendo con una citazione di Gian Carlo Grassi, non ci resta che augurarvi buon ascolto!

“Tutto questo, voi l’avrete capito, non è che un gioco. Una delle realtà essenziali dell’alpinismo è che non ha in sé nessun scopo utilitaristico. È come l’acqua di fonte che sgorga dai monti: dentro non vi è nulla, non ha calore, ma questa è la sua bellezza e la sua forza irresistibile.”

 

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