Alexander Gukov salvato dal Latok I - Up-Climbing

Alexander Gukov salvato dal Latok I

Si è chiusa al meglio la disavventura accaduta all’alpinista Alexander Gukov bloccato addirittura dal 25 luglio a quota 6200 metri sul Latok I.

Da una settimana in pratica era bloccato e praticamente quasi senza cibo dopo che il compagno Sergey Glazunov era morto poche ore prima. Durante il tentativo di salita al Latok I, 7145 metri in Karakorum, Alexander Gukov e Glazunov erano rimasti vittime di un incidente e Gukov non era più riuscito a fare ritorno al campo base. Immediati erano partiti i soccorsi che avevano visto interessati e disponibili ad aiutare anche vari noti alpinisti come Adam Bielecki, Jacek Czech, David Gottler e anche Hervé Barmasse ma alla fine sono stati i piloti della 5th Army Aviation High Altitude Squadron a riportare a casa Alexander.

Nella giornata di ieri, alle ore 4.55 locali, due Ecureuil B3 si sono alzati in volo da Skardu approfittando di un po’ di bel tempo finalmente ed intorno alle 5.30 sono arrivati al CB. Dopo circa un’ora sono riusciti ad identificare la posizione di Gukov su una piccola cresta con la tenda quasi interamente coperta di neve. Inizialmente gli elicotteri dovevano solo individuare il superstite e quindi avevano preventivamente imbarcato meno carburante. Al momento dell’individuazione però, si è deciso di procedere con il recupero e mentre un elicottero calava un cavo con moschettone a Gukov, il secondo velivolo dava indicazioni a distanza.

A complicare il tutto c’era ovviamente un forte vento e sono stati necessari ben 15 minuti ad Alexander per afferrare il moschettone ed agganciarlo all’imbrago. Tutto sembrava fatto quando si è fatta una amara scoperta. Alex si era correttamente ancorato alla roccia della montagna ma non aveva sganciato la sua sicura! Si è trovato così attaccato da una parte all’elicottero e dall’altro a quella montagna che fino all’ultimo non voleva lasciarlo scappare. Dopo pochi ma interminabili minuti, Alex è riuscito a sganciarsi e a farsi recuperare.

Da quanto si è appreso, già dal terzo giorno aveva allucinazione per la fame e le sue gambe pare siano rimaste giorni sotto la neve non avendo più nemmeno la forza per scavare e liberare l’esile tendina dalle intemperie. Una storia pazzesca finita per fortuna nel migliore dei modi. Ora si dovrà provvedere alla lunga riabilitazione, fisica e mentale.

news alpinist.com

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