15 Apr Filip Bence
Filip Bence – Tačrn
All’età di 58 anni, pochi giorni fa ci ha lasciati l’amico Filip. Se n’è andato come un vecchio camoscio portato via dalla neve pesante di primavera. E’ morto travolto dalla valanga mentre scendeva dalla via di Kramar in Storžič, dove 40 anni fa iniziò il suo ricco percorso alpinistico.
Ha dedicato completamente la sua vita alle montagne, dove è cresciuto, si è evoluto ed è maturato. Oltre 4500 vie scalate nelle diverse regioni montuose del mondo, di cui più di 180 vie nuove, sono la sua eredità alpinistica.
Ha scalato anche diverse vie impegnative nelle Dolomiti e nelle Alpi centrali, ha partecipato a 11 spedizioni fuori Europa (Caucaso, Pamir, Karakorum, Himalaya, Ande). Faceva parte del soccorso alpino e collaborava con diverse associazioni collegate alle montagne.
Ci siamo conosciuti nel 1981, durante la spedizione alla parete sud del Lhotse, insieme con Filip e mio fratello Pavle eravamo una delle cordate che ha tentato la fortuna su questa maestosa fortezza. Quando io ho rinunciato a causa dei congelamenti alle dita, Filip e Pavle hanno continuato superando l’altezza di 8150 metri.
Nel 1983 abbiamo fatto parte alla spedizione esplorativa nel gruppo Kankenjunga, dove, nel 1985, siamo riusciti a salire da nord sullo Yalung Kang. Quella volta faceva parte della nostra cordata l’amico Janez Jeglič – Johan. Il nostro percorso verso la vetta fu interrotto dall’incidente occorso al nostro compagno Borut Bergant, scivolato dalla parete al ritorno dalla cima.
Le nostre esperienze di montagna più intense sono senz’altro legate alle pareti sopra i laghi di Fusine, dove nel 1982 ho perso mio fratello gemello Pavle e l’amica Tamara Likar. Da quella volta, ogni agosto, in loro memoria, organizzo un campo alpinistico. Filip era l’unico, che ne faceva parte ogni anno e, nonostante il mal tempo, scalava almeno una via in loro memoria.
Negli anni abbiamo diviso tante esperienze e abbiamo scalato vie meravigliose. Filip era un instancabile esploratore della montagna spesso anche solitario. Lascia una traccia indelebile sulle pareti sopra i laghi di Fusine. A parte numerose ripetizioni, ha aperto oltre 60 vie nuove. Collaborava attivamente nelle preparazione delle guide alpinistiche per questa area, essendo una enciclopedia vivente.
Con la sua scomparsa, ho perso l’ultimo compagno delle grandi pareti ma, soprattutto, ho perso un amico straordinario e insostituibile.
Lo Spigolo dei ricordi fu nel 1982 la nostra prima nuova via sopra i laghi di Fusine. Per il venticinquesimo anniversario l’abbiamo ripetuta, non sapendo che sarebbe stata purtroppo l’ultima scalata insieme. Vedevamo ancora tante possibilita per nuove vie.
Per me, questo Spigolo dei ricordi durerà in eterno, perchè mi lega alle meravigliose avventure passate insieme e alla nostra amicizia.
Peter Podgornik aprile 2009