Immatì, 7b+ (6b+/A1) - Up-Climbing

Immatì, 7b+ (6b+/A1)

Nel mese di ottobre 2021 Gianni Ghiglione e Massimo Bottazzi hanno aperto Immatì, una nuova via sulle selvagge Aiguilles de Popolasca (Corsica).

Il nome della via deriva dal dialetto di Novi Ligure e significa “impazzire”. È stato infatti necessario lottare molto per riuscire a concludere la via a causa della lunga interruzione (due anni) dovuta a una grave forma di leucemia che ha colpito Gianni. Solo nel mese di agosto 2021, dopo aver subito un rischioso trapianto di midollo osseo, Gianni è riuscito non senza difficoltà a riprendere il progetto insieme a Massimo e a concluderlo nel mese di ottobre.

La torre battezzata “Pic Sans Nom”, lungo la quale corre la nuova via, non è nominata né quotata sulle carte IGN. La struttura si eleva a sinistra del Monte Bertonze e del Pilier Caprenu. “Immatì” si snoda in un ambiente selvaggio e suggestivo, è stata aperta dal basso (come d’abitudine per Ghiglione e Bottazzi) e offre un’arrampicata varia su roccia eccellente. Lungo la via si alternano tratti di difficoltà limitata e tratti molto difficili, dove la compattezza della roccia ha reso molto faticoso il lavoro di chiodatura.

Gli apritori raccomandando agli eventuali ripetitori di munirsi dell’idonea attrezzatura (friends, nuts e chiodi) perché l’ultima lunghezza va scalata interamente in modo “trad”, allestendo anche l’ancoraggio per la corda doppia. In alternativa occorre scendere arrampicando (tratti di 5c) fino all’ultima sosta attrezzata in modo adeguato con placca inox.

 

Aiguilles de Popolasca, Corsica
Pic Sans Nom, quota non rilevata, versante sud
Immatì
Gianni Ghiglione, Massimo Bottazzi, ottobre 2021
250 m, 7 L. 7b+ da liberare (6b+/A1 obbl.), S2, R3

 

Materiale. Classico da roccia con 2 corde da 60 m, 12 rinvii, spezzoni di cordino, friends, nuts, martello e qualche chiodo per l’ultima lunghezza. La via è parzialmente attrezzata a fix.

Accesso. Da Ponte Leccia seguire la D18 che dalla periferia verso Francardo porta a Popolasca. Presso quest’ultima località, lasciare l’auto in un ampio piazzale in corrispondenza di una struttura ricettiva (à Penna Rossa). Coordinate GPS parcheggio: N: 42.43173 – E: 9.13208. Attraversare il centro storico fino al suo termine, dove si trova la fontana. Salire una breve gradinata fino a una vasca d’acqua. Piegare verso destra (nord) oltrepassando il rio Funtanella e raggiungere in salita la dorsale che separa tale rio da quello di Petra Grossa. Seguirla (ometti e numerosi ginepri tagliati dalla forestale) dirigendosi verso la base della parete. Raggiungere un piccolo colletto a quota 1120 m circa. Scendere debolmente sul versante opposto (ovest) e reperire un grande canale sulla sinistra, caratterizzato dalla presenza di una grossa quercia poco in basso (ometti). Scendere lungo il canale perdendo quota per circa 70 m fino a incontrare alcuni ometti sulla destra che indicano una traccia ben marcata. Seguirla per circa 20 minuti tendendo a sinistra, poi risalire un breve canale fino a individuare uno scudo roccioso con targhetta inox dove è indicata la deviazione che porta, tramite un canale sulla sinistra, all’attacco della via. Risalire il canale e, poco dopo un delicato passaggio, si trova l’attacco (targhetta inox). 2 h. Carta topografica: IGN Monte Cinto 4259 OT.

Relazione.

L1: 5c, 8 fix, 45 m;

L2: cengia ascendente verso destra, 20 m;

L3: 6a+, 10 fix, 45 m;

L4: 6b, 8 fix, 35 m;

L5: 7b+ (6b+/A1), 10 fix, 35 m;

L6: 4a/6a, 3 fix, 35 m;

L7: 5c/6a, interamente da proteggere (anche la sosta, per assicurarsi e calarsi in doppia, è da attrezzare. Gli apritori sono scesi arrampicando), 35 m.

Discesa. In doppia lungo la via (prima doppia da attrezzare).

 

MR. Informazioni e immagini fornite da Gianni Ghiglione.

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