Cerro Colorado e Cerro Penitentes - Up-Climbing

Cerro Colorado e Cerro Penitentes

Nel mese di gennaio scorso Tomas e Silvestro Franchini hanno aperto due nuove vie in Patagonia: La ruta del chichillone al Cerro Colorado, in compagnia di Mariano Spisso; El Mariano al Cerro Penitentes.

Racconta Tomas Franchini:

Proviamo ad andare in Patagonia a gennaio… da ormai due anni, in questo periodo sta facendo belle finestre di bel tempo e programmiamo una salita su roccia, ma come sempre questa Terra offre tante sorprese e quest’anno la tanto attesa “ventana” non ci sarà.

Il maltempo nella zona Fitz Roy e le brutte condizioni delle pareti ci portano a fare una scelta alternativa al nostro progetto iniziale. La zona del San Lorenzo ci ha sempre attratti ma non siamo mai andati a visitarla; grazie a un caro nostro amico, Cesar Fava, figlio del celebre alpinista Cesarino, conosciamo Mariano Spisso, il guardiaparco del Parco Nazionale del Perito Moreno. Mariano è in partenza per il parco e noi approfitteremo del passaggio fino a “El Rincon”, dove si trova la sua casetta. Il posto è fantastico, isolato, a molti chilometri dalla civiltà. Intorno a noi solo qualche animale selvatico. In prossimità della strada scorgiamo la parete Ovest del Cerro Colorado, abbiamo voglia di arrampicare, la roccia e le sue linee sembrano interessanti. Decidiamo di salirla tutti assieme. Mariano annota sul registro del parco che andrà alla ricerca di un animale raro chiamato “Chinchillone”. Allora via! Alla ricerca del Chinchillone! Nasce così, la prima linea sulla parete ovest del Cerro Colorado… un itinerario facile e divertente, di 360 m fino al VI°. Alla fine della nostra permanenza scopriremo che il Chinchillone è una specie di scoiattolo che vive sulle pareti di roccia!

Nei giorni seguenti decidiamo di esplorare la zona verso il Cerro Penitentes. Non esistono informazioni a riguardo, né sull’avvicinamento, né sulla parete, né sul rientro e nemmeno sulla meteo. Non sappiamo niente e questo per noi è stimolante. Carichiamo gli zaini con il minimo indispensabile per circa tre giorni di completa autonomia più un po’ di materiale da scalata. Ci accompagnano i due guardiaparco Mariano ed Emiliano, anche loro interessati ad esplorare la zona: sostengono che nessun essere umano è mai entrato nella valle che dà accesso alla parete del Penitentes. L’emozione è unica, attraversiamo luoghi desolati senza trovare alcuna traccia di passaggio: non c’è niente, solo pura natura. Guadiamo più volte il fiume rischiando di essere travolti dalla forte corrente. Giunti a una stupenda laguna, caratteristica della conformazione glaciale della Terra Patagonica, scorgiamo la parete che avevamo in mente di salire. Ci guardiamo sbalorditi… non ci aspettavamo niente di simile… la muraglia s’innalza verticale per tutta la sua lunghezza, la roccia non pare buona, ma è solcata da varie linee di ghiaccio che potrebbero aiutarci a salire fino in vetta. Saliamo un’enorme morena e attrezziamo il nostro piccolo campo, al riparo dal vento, a circa un’ora dal ghiacciaio. All’indomani la sveglia è puntata alle 1.30. La temperatura è alta ma la parete pare alquanto silenziosa e tranquilla, dobbiamo essere veloci e salirla al più presto, data l’esposizione est. Iniziamo ad arrampicare su ghiaccio sotto la linea della colata principale, arrivati sotto di essa però ci fermiamo a valutare la situazione. La linea del cascatone ci attrae molto, ma il ghiaccio è troppo bianco per i nostri gusti, troppo rischioso; razionalmente, decidiamo di spostarci a destra seguendo una serie di goulotte più appoggiate che ci porteranno con maggior sicurezza e velocità fino in cima. La scalata è stata molto divertente, su ghiaccio e sezioni di misto, e ci ha permesso di arrampicare veloci come volevamo. Sulla cima, una vista impressionante sulla Parete Est del Cerro San Lorenzo. Il vento è forte ma passiamo alcuni minuti incantati da un paesaggio mozzafiato. Vorremo attraversare alla cima principale ma la cresta è affilata e sembra costituita da mattonelle appoggiate a secco da un muratore apprendista! Incredibilmente marcia e pericolosa. A malincuore prendiamo la decisione di scendere dalla via di salita. L’impresa sarà ardua e pericolosa anche a causa delle forti scariche. Arriviamo sul ghiacciaio “svuotati” nel corpo e negli zaini visto che, per attrezzarci la discesa, abbiamo abbandonato quasi completamente tutto il nostro materiale di scalata, compresa parte della nostra corda che abbiamo tagliato per ricavare degli spezzoni da abbandono. Siamo invece “pieni” e arricchiti nella nostra mente da un’esperienza meravigliosa.

 
Cerro Colorado
La ruta del chichillone
Tomas e Silvestro Franchini, Mariano Spisso, 24 gennaio 2017
350 m, VI-
 
Cerro Penitentes, Cumbre Noroeste 2771 m
El Mariano
Tomas e Silvestro Franchini, 26 gennaio 2017
750 m, 85°, M4
 
Info e foto di T. Franchini
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