11 Dic El Chico M6+ 250 m
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News G/M
by ricky
Nuova proposta della G.A. Enrico Bonino alla Pyramide du Tacul: El Chico, linea di misto che si snoda con andamento logico e diretto attraverso la parete nord.
Enrico ha realizzato l’ascensione in compagnia di Olivier Colaye, storico cliente e compagno d’avventure. Credo sia davvero interessante e didattico condividere l’apertura di vie nuove con i miei clienti – dice Enrico. Ci si trova a progredire su terreno sconosciuto, a salire e scendere dovendo spesso costruire tutti gli ancoraggi. Penso che sia molto formativo mostrare come si affrontano queste situazioni in sicurezza e col giusto approccio.
La nuova via condivide i primi due tiri con Le Ronfleur Paradoxal (R. Decot, N. Defretin, A. Auzias, J. Désécures, 4 giugno 2013), tracciata in giallo sulla foto pubblicata sopra.
Monte Bianco, Alta Savoia (F)
Pyramide du Tacul 3488 m – parete N
El Chico
E. Bonino, O. Colaye, 7 dicembre 2016
250 m, M6+, IV (roccia)
Materiale: una serie completa di friend (fino al 3 BD), una serie di micro (raddoppiare dallo 0.3 al 1 C4), fettucce, martello per ribattere i chiodi, rinvii, viti inutili per la via, cordini da abbandono, due corde da 60 m.
Accesso: salire in funivia a Punta Helbronner. Raggiungere e valicare il Col des Flambeaux e scendere verso O, transitando a fianco dell’Aiguille de Toule. Continuare sul Ghiacciaio del Gigante, lungo la Traversata Midi-Helbronner, aggirando una zona di grossi crepacci nei pressi della Pointe Adolphe Rey. Superare lo sperone orientale della Pyramide du Tacul e risalire in breve, verso sinistra, alla base della parete nord. 1 h circa, consigliato in sci.
Relazione:
L1: passare la grossa terminale e puntare all’evidente rampa che solca la parete. 40 m, sosta a chiodi alla base del diedro;
L2: risalire il ripido diedro e proseguire per risalti meno impegnativi, tra roccia e ghiaccio. 40 m, M5, sosta su clessidra dentro un buco sulla destra;
L3: proseguire per la rampa con passaggi di misto. Risalire un evidente diedro fessurato di 5 m e reperire la sosta sul terrazzo sommitale. sulla sinistra. È anche possibile evitare il diedro a sinistra fino alla sosta. 40 m, M4, sosta su spuntone;
L4: superare un ripido diedro roccioso con strapiombetto finale; ignorare un chiodo con cordino a 10 m da terra, rimanere nel diedro centrale. Tiro chiave, M6+?, 25 m, sosta a chiodi;
L5: qualche passo di misto, poi canale di neve fino in sosta (spuntone sulla destra). 30 m, M4+;
L6: “Psycho Slab”. Salire diagonalmente a sinistra per fessure incrostate di neve fino a reperire un evidente diedro appoggiato. Durante la prima salita questo tiro si è mostrato un pò “psycho” per la neve inconsistente che ricopriva la placca poco proteggibile. Con condizioni migliori potrebbe essere più facile. A fine diedro traversare a sinistra fino a un secondo diedro, più ripido. Risalirlo e reperire la sosta a chiodi poco sopra, su terrazzo a destra. M5, 50 m;
L7: proseguire per misto facile e neve fino ad uno spuntone con cordone sulla sinistra. M3, 55 m;
L8: seguire un canale che conduce, verso sinistra, alla cresta est. Proseguire per l’ultimo tiro della via Ottoz fino in cima. 58 m, IV (roccia).
Discesa: in doppia sulla via.
Fonte e foto: Enrico Bonino