Jaia 530 m, AI5, IV & Euskal Jaia, 680 m, AI5, IV - Up-Climbing

Jaia 530 m, AI5, IV & Euskal Jaia, 680 m, AI5, IV

Sulla “dimenticata” nord del Monte Pelf, poco più di 2500 metri di quota, si trovano quest’anno condizioni inusuali. Una squadra di cinque alpinisti ha saputo approfittarne, tracciando una linea principale e logica, “Jaia”, con una variante di uscita, “Euskal Jaia”.

Giovedì 20 febbraio, dopo un veloce perlustrazione binocolo in mano, Santiago Padrós, Diego Toigo, Iban Silvar, Egoitz Zubizarreta e Alvaro Lafuente sono andati a esplorare la parete incrostata di ghiaccio.

Santi Padrós racconta:

L’accesso è dalla Val del Grisol, la traccia di sentiero passa attraverso gli schianti di “Vaia”, in 3 ore si arriva alla base del contrafforte nord del Pelf (Circo del Fontanon). Una gran linea di “alpine ice” ci porta nel cuore della parete. Diego, Alvaro e io usciamo a destra per una bella colata di ghiaccio con muretto finale; Iban ed Egoitz seguono la linea principale con fessura rocciosa finale e candela di ghiaccio fino la cresta sommitale.
Nasce una linea con variante di uscita, chiamata “Jaia”, 500-700 metri di dislivello fino alla cima, più di 1800 m totali dalla macchina! Un terreno alpino senza troppe difficoltà, dove però è importantissimo muoversi bene per uscire in giornata vittoriosi.
Mentre scrivo queste parole stiamo disegnando altri itinerari sulla stessa parete, sperando che la neve di mercoledì 26 non rovini i progetti. Crediamo che la parete rimarrà in condizioni a lungo, niente da invidiare a qualsiasi delle storiche salite delle occidentali!

 

Non ci sono parole per descrivere le due incredibili giornate che abbiamo passato sulla nord del Pelf, un perfetto mix di esplorazione, fatica e sudore nell’avvicinamento, tree climbing sugli schianti di Vaia, stupore per la bellezza di questa parete in veste invernale arrampicata di qualità e tante risate e divertimento con un super team catalanbascodolomitico…

Diego Toigo (Karpos, Elbec)

 

…Esco della sosta in traversata verso destra. Dritto ci sono diverse opzioni per uscire per del misto, però dato che sono un pò curioso continuo a traversare verso destra e trovo una colonna di ghiaccio stretta alta cinque metri. Questa è proprio la cilegia sulla torta. Una vite nella base e su. Dopo il terreno perde inclinazione e salgo per neve inconsistente. Dalla cresta vedo in cima Santi, Diego ed Alvaro che ci aspettano. Quando arriva Egoitz ci abbracciamo, felici di aver passato la giornata in un luogo così speciale.

Iban Silvar

 

Prima volta nelle Dolomiti invernali per spiccozzare un po’ di ghiaccio. Santi ci manda subito a ripetere Madre Tierra, fantastica linea sostenuta e lunga. Dopo altri giorni d’arrampicata il Catalano ci porta a conoscere una zona nuova. Dopo un avvicinamento un tanto vegetale e cinghiale, arriviamo sotto una parete spettacolare, con linee bianche dappertutto! Una grande lingua ghiacciata sul bordo destro di questa parete nord ci premete di aprire due linee parallele simultaneamente. Un giorno indimenticabile, lontano di casa, condizioni perfette, compagnia top, che altro vogliamo nella vita?

Egoitz Zubizarreta

 

Quando usciamo del bosco, davanti i nostri occhi appare un circo ghiacciato in condizioni perfette, tutto per noi. Davanti a tale spettacolo, la prima cosa che mi viene in mente è… “questo Santi è un sognatore”

Alvaro Lafuente (La Sportiva, Ferrino, Julbo)

 

Dolomiti (Veneto)
Monte Pelf, 2502 m, parete nord
1. Jaia 530 m, AI5, IV
Santiago Padrós, Diego Toigo, Alvaro Lafuente, 20 febbraio 2020
2. Euskal Jaia, 680 m, AI5, IV
Iban Silvar, Egoitz Zubizarreta, 20 febbraio 2020

 

Materiale: classico da ghiaccio e misto. La via e variante sono state scalate con 8-9 viti per cordata e un set di Totems fino al n. 2 (giallo).

Accesso: da Longarone (BL) raggiungere e oltrepassare Soffranco in direzione del Ponte de la Costa Granda. Parcheggiare nelle vicinanze, in corrispondenza della partenza dal sentiero 527. Salire per il sentiero 527 fino al Circo del Fontanon. Individuare il costone che porta sotto la parete della Costa della Nona (quota 1300 m ca.), seguirlo fino trovare la neve, quindi salire al meglio puntando alla parte alta del circo e alla linea segnata nella foto. Contare 3 ore di avvicinamento dalla fine della Val Grisol, 1100 m D+ ca.

Relazione: vedere immagini qui sopra.

Discesa: continuare in cresta verso est, con un tratto di ferrata più o meno esposto in funzione dell’innevamento, fino alla cima (30’ ca.). Da lì scendere verso il Pian di Cajada per il sentiero 511. Gli apritori, arrivati all’altezza del Sass del Mel, hanno tagliato per un canale (direzione sud-est) direttamente verso la Cajada per evitare una risalita di 150 m necessaria per arrivare alla Forcella Caneva. 2 h dalla cima alla strada del Pian di Cajada.

Informazioni e immagini fornite da Santiago Padrós.

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