Qualcosa è veramente finito? No, il mondo verticale non finisce mai.
Shisha Pangma, versante occidentale, 1987.
Al campo base ci caricammo tutto sulle spalle e ripartimmo verso valle. Non c’era tempo per i sentimentalismi e le impressioni sulle grandi montagne, ma avevamo i nostri motivi per essere orgogliosi.

I partecipanti della spedizione al campo avanzato. Foto: Archivio Jerzy Kukuczka
Wanda era riuscita a salire sul suo quarto 8000 ed era l’unica donna al mondo a vantare un trofeo così importante. Elisa era diventata l’unica donna latino-americana ad aver messo piede su una montagna così alta e, coi suoi 23 anni, era anche la più giovane mai salita sulla cima di un Ottomila. Carlos aveva aggiunto alla sua lista un secondo Ottomila che per la sua patria aveva un valore altissimo. Alan e Steve avevano seguito una via nuova, molto bella, che saliva sullo Shisha Pangma in mezzo al canale.
Rysiek Warecki era salito in vetta e a ogni occasione sottolineava di essere stato il primo polacco a salire sullo Shisha Pangma perché negli ultimi metri aveva superato Wanda. Io e Artur avevamo raggiunto la vetta per una via nuova, lungo il versante occidentale, e avevamo affrontato due cime molto alte, ancora vergini…

Scalatori in un accampamento sul pendio di Shisha Pangma. Foto: Archivio Jerzy Kukuczka
Scendevo e questi pensieri gioiosi continuavano a girarmi nella testa come oggetti maldisposti dentro ad uno zaino mal preparato. I nomi delle quattordici cime himalaiane divennero poi una litania e snocciolarli mi aiutò a camminare, a scandire il ritmo dei miei passi, come quando, per salire più in alto, bisogna contarli per dosare le residue forze.
Quattordici… Quattordici per otto…
Qualcosa è veramente finito?
No, il mondo verticale non finisce mai.
È là, aspetta.
Io qui tornerò ancora… A breve…
Già una volta avevo pensato così.
Quando?
Chiaro! Quando per la prima volta avevo perso la partita con il Nanga. Tanto tempo fa, tanto tempo fa…
Tutte le quattordici più alte montagne fa.
Cosa avevo pensato allora dopo la prima sconfitta?
Aah… Che dopo tutto anche l’Himalaya è fatta per gli esseri umani. Avevo ragione.
Estratto dal racconto Quattordici per otto, contenuto in IL MIO MONDO VERTICALE di Jerzy Kukuczka, a cura di Luca Calvi e Mario Corradini, un’edizione VERSANTE SUD.
DS