
11 Gen Matteo Della Bordella torna sulla est del Cerro Torre
Matteo Della Bordella è tornato in Patagonia per concludere il progetto iniziato con Matteo Pasquetto e Matteo Bernasconi sulla est del Cerro Torre.
Per questo nuovo tentativo al Torre Matteo ha scelto di legarsi ai compagni dei Ragni di Lecco Matteo De Zaiacomo e David Bacci. Per “Giga” De Zaiacomo, che ha al suo attivo numerose spedizioni extraeuropee, questa sarà la prima esperienza patagonica.
Matteo Della Bordella riprenderà il progetto dei “tre Matteo”, di quella cordata di amici che nel 2020 purtroppo si è tragicamente divisa. Due anni fa infatti, a distanza di pochi mesi, hanno perso la vita prima Matteo Bernasconi e poi Matteo Pasquetto.
«Oggi la nostra cordata non esiste più e riprendersi da un colpo del genere è un cammino difficile» spiega Matteo Della Bordella. «Tuttavia preferisco pensare a ciò che mi è stato dato, piuttosto che a ciò che mi è stato tolto. I momenti vissuti, le emozioni condivise, i sogni ambiti assieme ai due amici sono tra i regali più belli che la vita abbia potuto farmi».
Il progetto di una nuova via lungo la parete est del Cerro Torre è stato ideato da Matteo Della Bordella e Matteo Bernasconi. I due sono stati attratti da un grande diedro evidente sulla est del Cerro Torre, chiamato “Diedro degli Inglesi” in seguito a un tentativo fatto da Philip Burke e Tom Proctor tra il 1979 e il 1980. Il diedro corre lungo il fianco destro della parete est per alcune centinaia di metri fino a sbucare sulla cresta ovest, dove incontra la “Via dei Ragni”. Durante il loro tentativo Burke e Proctor sono riusciti a salire fino a 40 metri dalla cresta prima di essere costretti a rinunciare.
Il primo tentativo alla est del Torre è stato fatto durante l’estate australe 2018/2019 e senza Matteo Bernasconi, messo ko da una frattura al ginocchio. Insieme a Della Bordella parte il giovane aspirante guida alpina Matteo Pasquetto. «Solamente aprendo la cordata a un giovane alpinista, a una persona dalla smisurata voglia di conoscere e mettersi alla prova, a qualcuno con una visione nuova e diversa dalla nostra, avremmo potuto trasformare questo sogno in un’avventura concreta» commenta Matteo Della Bordella. «Con Matteo abbiamo portato avanti un gran tentativo, salendo circa 800 metri di parete fino oltre la metà del diedro. Alla fine non siamo riusciti a chiudere la via, ma la nostra rinuncia è stata ricca di insegnamenti e di speranze per il futuro». In più, confida Della Bordella, «Guardando Matteo scalare ho provato un po’ di sana invidia: 10 anni in meno sulla carta d’identità, l’entusiasmo, l’irruenza e la cocciutaggine dei vent’anni, ma un livello tecnico e mentale da trentenne. Sarebbe stato il nostro asso nella manica per fare il salto di qualità».
La cordata dei tre Matteo (Bernasconi, Della Bordella, Pasquetto) si ricompone per un secondo tentativo nella stagione 2019/2020. Ma quando i tre arrivano sotto al Torre si rendono subito conto di quanto possa essere rischioso approcciarlo con le condizioni del momento: gli ultimi 400 metri finali sono ricoperti da uno spesso strato di ghiaccio. «Tentarlo sarebbe stato oltremodo pericoloso». Accantonato quindi il progetto i tre Matteo si dedicano all’apertura di una nuova linea sullo spigolo nord dell’Aguja Standhardt: “Il dado è tratto”.
Ora Matteo Della Bordella è di nuovo in viaggio per El Chaltén, la sua casa per i prossimi mesi di avventura. Con lui i Matteo De Zaiacomo e David Bacci, tutti mossi dall’obiettivo di vivere una grande esperienza in montagna e di portare a termine il progetto non solo per se stessi, ma anche per lasciare un ricordo indelebile dei loro compagni andati avanti prima del tempo.
«Eccomi qui, nuovamente pronto a partire per l’emisfero australe, con in tasca un sogno, con qualche consapevolezza in più e con la voglia di ritentare la nostra linea sul Cerro Torre, perché scalare le montagne è la cosa che ho deciso di fare nella mia vita e perché, si sa, i sogni sono più belli quando diventano realtà» conclude Matteo Della Bordella.