Resilience, 170 m, TD, 70°-80° - Up-Climbing

Resilience, 170 m, TD, 70°-80°

Pino Calandrella, Giulio Longhi e Vlad Almasan hanno aperto “Resilience”, una nuova via invernale in Terminillo, sullo Scoglio dei Sassetelli.

Pino Calandrella conosce bene questa struttura dove solo l’anno scorso ha aperto una via su roccia, “Covid Line” (Pino Calandrella, Giulio Longhi, Emiliano Palla, 2020). “Resilience” corre nella stessa porzione di parete ma su un terreno completamente diverso: ghiaccio e neve ripida, misto delicato. Pino Calandrella racconta:

Arrivare nel bacino alla base della vetta in inverno, con una via che attacca nella parte più bassa della parete, era un sogno che coccolavo da qualche anno e finalmente si avvera.

Attacco la colata e da subito si riparte con le protezioni aleatorie tipiche di questo tipo di salite, fittoncini e chiodi lunghi su zolle d’erba gelate, friend, un knife blade su una fessura cieca e poi corde sfalsate, protezioni allungate e così via, guadagno metro per metro con delicatezza e attenzione.

In questi tiri, pur non essendo molto alta, si fa sentire una bella sensazione di grande parete, con vuoto verticale sotto i piedi, in un’arrampicata sempre delicata.

Il nome scelto per la via è un po’ lo specchio dei tempi che stiamo vivendo, in cui tutti ricerchiamo un adattamento a questa “nuova” avversità, attraverso strategie e soluzioni che ci possano consentire di ricreare la “normalità”, purtroppo dura a tornare. Questa via la voglio dedicare a colui che per me è un “campione” di resilienza, mio Padre, e a tutti coloro che affrontano le avversità della vita senza mai demordere. 

Monte Terminillo, Appennino (Lazio)
Cima Sassetelli, avancorpo nord o Scoglio dei Sassetelli, 2110 m ca., parete NE
Resilience
Pino Calandrella, Giulio Longhi e Vlad Almasan, 20 febbraio 2021
170 m, TD, 70°-80°
 

Accesso. Possibile da Fontenova di Leonessa (RI), risalendo il bosco della Vallonina per circa 500 m di dislivello (1h15’), oppure dal Rifugio Sebastiani con un dislivello minore (50’).

Materiale. Classico da ghiaccio e misto, 3-4 fittoni corti, 2-3 viti da ghiaccio corte, friends medio-piccoli, 5-6 chiodi da roccia vari.

Relazione.

L1: l’attacco si trova 8-10 m ca. a sinistra del pilastro di roccia compatta alla base destra della parete (seconda goulottina a sinistra). Salire prima verticalmente poi, quando la verticalità si attenua, puntare all’evidente intaglio sullo spigolo a destra della parete. Arrivati alla base dell’intaglio salire piegando a destra per un paio di metri fino alla sosta su 2 fix con cordone (della via “Covid Line”), 70°-80°, 40 m;
L2: risalire il pendio sopra la sosta (eventuale risalita dell’intaglio, clessidra a sinistra della sosta) puntando al filo che separa i due versanti della parete, seguendo il quale si giunge alla parete sovrastante. Sostare su 2 fix con cordone (sosta di un monotiro che si trova sull’altro versante, aperto in occasione di un aggiornamento Scuola Franco Alletto), 55-65° (85° intaglio), 50 m;
L3: traversare a sinistra, scendendo prima qualche metro e aggirando un pilastro roccioso, fino a intercettare uno stretto scivolo ghiacciato. Risalirlo e iniziare a traversare a sinistra in forte esposizione (difficile da proteggere). Scalare in traverso ascendente a sinistra fino a un’evidente placca rocciosa (fix). Prima della placca salire verticalmente alla sosta su 1 fix (possibile aggiungere un chiodo) sulla paretina sovrastante. 60°-75°, 80°, 30 m;
L4: Salire sopra la sosta con un passaggio di misto delicato (chiodo) e scalare verso sinistra (friend incastrato), sempre in esposizione, puntando a una goulottina di uscita verso l’alto. Risalire la bella goulottina e accedere al piccolo, ripido bacino sommitale che si trova alla base del vertice della parete. Risalirlo fino al suo limite superiore, sotto la verticale della vetta. Sosta da attrezzare, 70°-80°, 35 m;
L5: dalla sosta piegare a sinistra e risalire un breve canalino che tortuosamente porta al vertice della parete. Sosta su 2 fix e cordone sul masso alla sommità della cresta, 70°-80°, 15 m.
 

Discesa. Due calate in doppia sulla via “Valessia” oppure a piedi, raggiungendo la cresta e scendendo poi per la valle Prato de’ Sassi fino a individuare un facile canale (sentiero estivo) che riconduce alla base della parete.

 
Informazioni e immagini fornite da Pino Calandrella.
Pino Calandrella ringrazia Giulio Longhi e Vlad Almasan, perfetti compagni di cordata, e Montura.
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