
24 Mar Si apre la stagione primaverile 2021 sugli Ottomila
Si apre in questi giorni la stagione primaverile 2021 sugli Ottomila.
Come sempre l’obiettivo preso d’assalto dal maggior numero di pretendenti sarà l’Everest, ma solo sul versante nepalese, dato che per il momento la Cina non ha intenzione di ammettere spedizioni straniere in Tibet. Il Dipartimento del Turismo nepalese stima il possibile arrivo di 200-300 alpinisti, ma le restrizioni anti-COVID imposte in numerose aree limiteranno probabilmente l’afflusso dei viaggiatori all’Himalaya.
Tra le spedizioni che puntano all’Everest si trova già in Nepal una squadra militare del Bahrein, la stessa che durante l’autunno 2020 ha realizzato l’ascensione del Manaslu con Seven Summit Treks.
Seven Summit Treks organizza anche una grossa spedizione all’Annapurna, che comprende alcuni elementi già noti per la recente invernale al K2. A cominciare dal capo spedizione, che sarà anche in questo caso Chhang Dawa Sherpa, e da due alpinisti che hanno partecipato all’ultimo tentativo invernale al K2 ma hanno rinunciato entrambi per problemi di salute: Waldemar Kowaleski e Antonios Sykaris.
All’Annapurna si dirige anche Mingma Gyalje, uno dei nove Sherpa che hanno conquistato il K2 invernale il 16 gennaio scorso. Mingma Gyalje si unirà a Sirbaz Khan e Abdul Joshi, che tenteranno la prima ascensione pakistana. Sirbaz Khan è una figura emergente per l’alpinismo pakistano. Tra gli Ottomila ha già al suo attivo Nanga Parbat, K2, Lhotse, Broad Peak e Manaslu.
Da segnalare inoltre sull’Annapurna l’interessante progetto di salita in stile alpino e senza ossigeno supplementare del veterano Marc Batard con Yorick Vion, guida alpina e maestro di sci, e il regista Bertrand Delapierre.
Progetti interessanti anche sul Dhaulagiri. I romeni Horia Colibasanu e Marius Gane con lo slovacco Peter Hamor tenteranno di nuovo l’ascensione della cresta nord-ovest, l’ultima cresta inviolata del Dhaulagiri. Stesso obiettivo per il piccolo gruppo formato da Carla Perez, Esteban Mena, Cory Richards e Tommy Joyce.
La svizzera Sophie Lavaud vorrebbe fare del Dhaulagiri il suo dodicesimo Ottomila. Per questo progetto ha formato una cordata interamente femminile e internazionale con Vidiriana Alvarez (Messico) Klara Kolouchova (Repubblica Ceca), Uta Ibrahimi (Albania-Kosovo) e Naoko Watanabe (Giappone).
Al Dhaulagiri infine non può mancare l’infaticabile Carlos Soria, che all’età di 82 anni lancerà il suo dodicesimo assalto a uno dei due soli Ottomila che ancora mancano alla sua “collezione” personale.
MR