
25 Giu Nuova via “Covid Line”
Pino Calandrella, Giulio Longhi ed Emiliano Palla hanno aperto “Covid Line” nel gruppo del Monte Terminillo.
Pino Calandrella racconta: «Il gruppo del Monte Terminillo non è molto grande, ma è famoso nel Centro Italia per essere una ricca palestra di vie invernali, la sua favorevole posizione fa sì che si creino spesso ottime condizioni di ghiaccio, ma non è certo amato per le sue vie di roccia, poiché è spesso molto fratturata e rotta, tale da richiedere molta esperienza e abitudine per poterne apprezzare la scalata».
Uno dei luoghi più adatti all’arrampicata su roccia in quest’area è proprio «La bella e verticale parete dello Scoglio della Sassetelli, una propaggine rocciosa dell’omonima Cresta, che si affaccia sulla Valle della Meta e sulla Vallonina tutta, nel territorio del Comune di Leonessa (RI). Ho la fortuna di conoscere abbastanza bene questa parete per averci aperto quasi tutte le vie presenti, che sono però tutte rigorosamente invernali. Percorrendo in passato il sentiero n° 403 che costeggia la parete, il mio sguardo cadeva sempre sulla bella roccia della fascia bassa, molto compatta e a tratti strapiombante. Qualche foto scattata velocemente e poi via, con l’idea che fosse troppo impegnativa e rischiosa da tentare dal basso con protezioni tradizionali. Poi purtroppo arriva un periodo che nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare, in quarantena casalinga con problemi reali molto più importanti di tutto il resto».
Finito il periodo di “lockdown” è finalmente possibile tornare in montagna e ricominciare a scalare. Il 7 giugno Pino Calandrella incontra gli amici Giulio Longhi ed Emiliano Palla e insieme realizzano il progetto individuato ai Sassetelli.
«Abbiamo aperto, a nostro avviso, una delle più belle e sostenute vie del gruppo del Terminillo, ma soprattutto è andato tutto perfettamente, con una grande dose di ingaggio, ma anche un grande affiatamento di cordata, vivendo una giornata di quelle che ti ricordano l’amore per l’alpinismo».
«Non abbiamo scalato certo una grande parete blasonata o una big wall, ma come sappiamo l’avventura si annida nei nostri progetti e spesso non ha a che fare con la fama della parete, ma solo con i nostri sogni, che se nati in periodo di pandemia hanno un valore a parte, hanno il sapore di una riscossa, il gusto di una rinascita…nella speranza sia quella definitiva».
Materiale: classico da roccia con due mezze corde, 4-5 chiodi (utili a lama), serie di friends fino al n°3 BD. Soste attrezzate. Tutti i chiodi utilizzati in apertura sono stati lasciati in parete.
Accesso: da Sella di Leonessa (1901 m), dove è possibile parcheggiare l’auto, percorrere il sentiero CAI 403 in direzione Valle della Meta. Giunti sulla sella delle Scangive, scendere costeggiando la parete nord del M. Terminillo e, percorrendo sempre lo stesso sentiero, risalire sotto la guglia rocciosa denominata “il Campanile”. In breve, dopo un paio di modesti saliscendi, si arriva in vista della parete e in pochi minuti alla sua base. 20’, 70 m ca. D+.
Relazione:
L1: attaccare nel punto più basso della parete, sotto gli strapiombi, sul piccolo sperone roccioso che si trova appena a sinistra di due grandi fessure diagonali orientate a destra. Risalirlo verso sinistra cercando la fessura di contatto, a destra, con la parete (ch.). In cima allo speronino piegare a destra su piccole tacche (ch. a lama sottile entrato per metà e ch. universale corto). Superato l’ultimo chiodo salire verticalmente uscendo a destra, raggiungendo una piccola cornice (chiave). Ribaltarsi sulla placca superiore e scalare puntando al pulpito che la chiude nella parte sommitale. Raggiunto il pulpito sostare a sinistra. V, V+, VI, pass. VII, 5 ch. di progressione, sosta con 2 fix e cordone, 45 m;
L2: dalla sosta traversare a sinistra (cl.) e, con un passo aereo, salire sulla crestina rocciosa che precipita verso il centro della parete. Proseguire su difficoltà decrescenti fino alla sommità della crestina. Da qui scendere con attenzione sulla cengia mediana e, percorrendola in leggera discesa per qualche metro, raggiungere la sosta. IV, pass. IV, sosta con 2 fix e cordone, 35 m;
L3: salire a sinistra della sosta, all’inizio verticalmente (2 ch.), poi piegando leggermente a sinistra (ch.). Da quest’ultimo chiodo salire piegando a destra su placca (fix), scalando appena a destra della costola rocciosa ascendente verso destra che chiude la placca. Uscire su una piccola cengia erbosa evitando due massi fratturati addossati alla parete, spostandosi a destra. Superato il secondo masso risalire la breve placca che lo sovrasta (fix, possibile sosta intermedia). Superata la placca piegare a sinistra su cengia erbosa (fix su placca verticale, possibile sosta intermedia). Scalare in diagonale ascendente verso sinistra, su difficoltà più contenute (alcune rocce fratturate), uscendo nel piccolo anfiteatro superiore. La sosta si trova nel suo centro. IV+, V+, VI, pass. VI+, 3 ch. e 3 fix di progressione, sosta con 2 fix e cordone, 55 m (è consigliabile suddividere il tiro in due parti sfruttando una delle possibili soste intermedie);
L4: salire verticalmente, seguendo per qualche metro il fondo del canale, fino a un piccolo sperone di roccia discreta (ch.). Continuare seguendo il canale (ch.), su roccia mediocre/marcia e difficoltà contenute, puntando al masso in cima alla parete. IV, passi IV+, 2 ch. di progressione, sosta con 2 fix e cordone, 35 m.
Discesa:
- risalire il pendio per poche decine di metri fino a quando è possibile traversare a mezza costa verso N e scendere su prato ripido a intercettare il sentiero CAI 403, che in breve riconduce alla base della parete e a Sella di Leonessa.
- Due calate in doppia sul versante NE, utilizzando le soste attrezzate sulla via “Valessia”. Queste calate sono state attrezzate per l’inverno. L’ultima, da 60 m, richiede qualche metro di facile arrampicata in discesa.
Si sconsiglia di scendere in doppia lungo la via di salita.
Relazione e immagini fornite da Pino Calandrella.