FKT Project - Up-Climbing

FKT Project

L’estate “fast” di Nadir Maguet

Quella appena trascorsa è stata un’estate davvero “fast” per Nadir “Mago” Maguet, che ha concluso con successo il suo FKT Project.

Tre grandi montagne, tre vie classiche, tre record da battere: questa la sfida raccolta dal “Mago”, che si è messo alla prova con successo su Pizzo Bernina, Ortler e Grossglockner.

Stüdlgrat_foto Philipp Reiter

Classe 1993, Nadir Maguet vive in Valle d’Aosta, a Torgnon, piccola località completa di stazione sciistica, punto di partenza di itinerari alpinistici interessanti ma poco frequentati.

Già ben noto a livello mondiale nello scialpinismo agonistico, Maguet ha al suo attivo anche ottimi risultati in skyrunning e vertical.

Ma non solo gare: anche l’alpinismo – specialmente nella sua versione fast&light – esercita una forte attrazione su questo giovane atleta cresciuto di fronte al Cervino.

Già nel 2020 ha ottenuto un grande successo nell’ambito dell’FKT, ovvero “fastest known time”, con l’ascensione del Gran Paradiso in 2h02’32” A/R (1h29’ solo salita), battendo il record di Ettore Champrétavy di 2h21’36” (1h43’22” salita), che resisteva dal 1995.

La sfida dell’estate 2022 ha avuto inizio sul Pizzo Bernina (4049 m) e non lungo la via normale, ma per l’elegante e celebre Biancograt (AD). Partito dalla stazione di Pontresina, Maguet ha percorso oltre 16 km e 2350 m D+, con svariate sezioni tecniche su roccia e la lunga, delicata cresta nevosa che dà il nome alla via, in 2h44’13”. Il record precedente, segnato dall’austriaco Philipp Brugger, era di 3h21’.

La seconda prova è stata l’Ortles (3905 m), massima elevazione dell’Alto Adige, anche in questo caso affrontata non per la normale ma lungo l’Hintergrat, leggermente più difficile (AD) e sicuramente più estetica. Nadir Maguet ha percorso gli 8.2 km e 2100 m D+ che separano la chiesa di Solda dalla vetta in 1h43’12”, soffiando un altro record a Brugger (1h48’).

Infine, dopo essersi messo alla prova sull’estenuante Trofeo Kima, il Mago ha affrontato un lungo viaggio fino all’estremità opposta dell’arco alpino e ha scalato il Grossglockner (3798 m). Anche qui ha scelto per la salita una classica cresta, la Stüdlgrat, gradata come le altre due ma più abbondantemente attrezzata. Partito da località Lucknerhaus, l’atleta ha percorso 7,74 km e 1860 m in 1h30’23”. Il record precedente, di 1h37’, apparteneva anche in questo caso a Philipp Brugger.

MINI INTERVISTA A NADIR MAGUET

Hintergrat_foto Philipp Reiter

Quale di queste tre salite ti è piaciuta di più?

Ti direi, così a pelle, la Biancograt sul Bernina perché è una cresta su misto cioè ha una parte su ghiaccio, che è proprio quella che dà la linea estetica a questa via, e una parte più tecnica su roccia, specialmente nella sezione Pizzo Bianco-Pizzo Bernina. Qui si passa su roccia, quindi bisogna avere un minimo di capacità tecniche in arrampicata e sapersi muovere in montagna. È quella che mi è piaciuta di più anche perché, osservando la sua linea, mi sembra la più bella.

Quali sono i tuoi prossimi progetti alpinistici?

I miei obiettivi alpinistici per i prossimi anni sono sempre di questo tipo. Il progetto di quest’estate è stato un po’ un test per me, per vedere come andavo sul “fast&light”, che per me è ancora un po’ nuovo, ma che sta diventando di moda. Secondo me non è male per un atleta che ha un buon livello agonistico e che possiede anche buone capacità tecniche in montagna. Si possono inventare progetti molto interessanti.

Ti piacerebbe anche metterti alla prova su ascensioni più tecniche?

Sì, mi piacerebbe, ma con calma… mi sono avvicinato all’alpinismo da qualche anno insieme a François Cazzanelli. Principalmente vado con lui in montagna, è lui che mi insegna, che mi fa da “mentore” in un certo senso. Nei prossimi anni vorrei fare qualcosa di più tecnico, mai su difficoltà estreme però. Non mi reputo un alpinista vero e proprio come François, però diciamo che l’orientamento per il futuro è anche in quella direzione.

Immagini in copertina: Nadir sulla Biancograt nelle prime tre foto, sull’Hintergrat (foto 4-5), sulla Stüdlgrat (foto 6). Foto Philipp Reiter cortesia La Sportiva.

MR

Condividi: